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La metamorfosi del Boss In Incognito, commento alla seconda puntata

È appena andata in onda la seconda puntata di Boss In Incognito su Rai2.

Come dicevo qui, già la prima puntata mi ricordava la storia di Filemone e Bauci, narrata da Ovidio nelle Metamorfosi. Per gli addetti ai lavori, poi, il conduttore Costantino della Gherardesca è addirittura il Re Mida della televisione, col richiamo - ancora una volta - alle Metamorfosi e alla storia del Re che desiderava trasformare in oro qualunque cosa toccasse.

Come un Ovidio dei giorni nostri, Costantino e gli autori raccontano come il boss scopre le leggi dell'universo, più dure per i dipendenti che per il boss con casa in Costa Azzurra.
Infiltrandosi in incognito tra i dipendenti, il boss dovrà conoscere meglio la sua stessa azienda e, quindi, cambiare le condizioni di lavoro per ottimizzare i profitti. Le persone che il boss conosce sono umane e si ripromette di frequentare di più le persone di tale statura. In vent'anni di lavoro i dipendenti non hanno mai visto il boss.

Nell'intervista rilasciata all'Huffungton Post, Costantino, parlando anche delle edizioni del programma trasmesse in altri Paesi, dice:

ogni episodio, in tutte le edizioni, contiene lo svelamento del boss e la risoluzione di parte dei problemi dei lavoratori.

I lavoratori, con i loro casi umani, dimostrano di esser capaci di sentimenti onesti e sinceri anche se il boss a inizio puntata denuncia i casi di furto di carburante all'interno dell'azienda e incolpa i soliti ignoti da ricercare eventualmente tra i dipendenti; i furti, aggiunge, non sono un danno solo per l'azienda ma anche per i dipendenti stessi.

Il boss si interessa anche a cosa fanno i dipendenti dopo l'orario di lavoro, a casa, e si lascia andare in considerazioni di carattere personale sui dipendenti.

Nel finale il boss si disvela ai dipendenti che ha conosciuto vestendo i loro stessi panni; invece di cambiare le condizioni di lavoro in azienda, per il boss è più facile intervenire con un regalo personalizzato e anche un contratto di lavoro adeguato - come quelli di una volta, quelli del posto fisso - è un regalo. Inoltre, agli italiani che si lamentano di come vanno le cose in Italia, il boss in incognito farebbe fare un giro in Macedonia, negli anni scorsi disastrata dalla guerra, come ricordava uno dei lavoratori che quella guerra l'ha vissuta.

Qual è il piatto preferito del boss? Non le lasagne cucinate in casa ma... le cervella fritte, a sottolineare che il boss non è uno qualunque e non mangia come i poveracci.

Dettagli: 03/02/2014 · 1429 view

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Sono Antonio Picco. Ogni tanto pubblico qualcosa qui, non più tanto spesso, ma mai per caso. Lo faccio dal marzo del 2003.
Da allora, ho mantenuto lo stesso approccio al Web, nonostante gli effetti nocivi che la società ha riversato sulla Rete in modo entusiastico e incontrollato.
Scrivo soprattutto per commentare le dinamiche del Web e dei social network, i discorsi impegnati, gli spot pubblicitari e il desiderio obbligatorio di spettacolarizzazione dell'osceno che deve piacere anche a te, se già piace a tutti gli altri.