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Boss in incognito, trasposizione moderna di Filemone e Bauci
La prima puntata di Boss in Incognito poteva essere uno show rivoluzionario invece, secondo me, era una trasposizione moderna della storia di Filemone e Bauci.
Come racconta Ovidio nelle Metamorfosi, le divinità Zeus e Ermes si divertono a mettere alla prova i mortali, chiedendo loro ospitalità travestiti da mendicanti per testare la bontà di cuore degli uomini. A un certo punto, arrivano a casa di Filemone e Bauci, due poveracci, i quali, però, non negano nulla ai due finti mendicanti; alla fine, Zeus ed Ermes si palesano e ricompensano Filemone e Bauci.
Nello show, a metà tra un documentario e un reality, la divinità sotto mentite spoglie è il boss (in incognito, appunto) e i poveracci sono i dipendenti che dimostreranno di essere degli onesti lavoratori. Alla fine, il boss si palesa e ricompensa i dipendenti.
La cosa, però, mi appare come una cafonata. Anzi, mi chiedo se sia consentito al
datore di lavoro di spiare i dipendenti senza presentarsi loro come tale.
Lo show dà anche la visione tragica della realtà del lavoro in Italia, che sul lavoro
è fondata. I dipendenti sono tenuti a dimostrare la loro onestà,
col sospetto che in fondo non lo siano; un contratto di
lavoro adeguato non è più un diritto ma è la ricompensa per lenire le pene di una
vita difficile fatta di abbandono, miseria ed emarginazione sociale. Come non
dimenticare, ad esempio, la commessa non più giovanissima, lasciata dal marito e con
solo il lavoro part time in negozio a riempirle la vita; il boss le ragalerà, alla
fine, un contratto full time a tempo indeterminato e del denaro, una sorta di mancia.
In un paese tra i più ricchi del mondo ci si aspetta che il lavoro si accompagni sempre a un contartto e a un compenso adeguato. Il lavoro non è elemosina, non dobbiamo dimostrare di essere un caso umano da reality show per aver riconosciuto ciò che la Costituzione ci garantisce come un diritto.
Immagine, fonte: internet.
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Da allora, ho mantenuto lo stesso approccio al Web, nonostante gli effetti nocivi che la società ha riversato sulla Rete in modo entusiastico e incontrollato.
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