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Le parole che non mi devi dire
Stasera mi sintonizzavo su Che tempo che fa, Rai3, proprio quando l'autrice di un libro su Fruttero (credo di aver capito che fosse la figlia, Carlotta Fruttero) elencava le espressioni che il padre non voleva sentir pronunciare in sua presenza.
Ero collegato a twitter e ho postato questo tweet che quelli di Che tempo che fa hanno retwittato:
La mia lista delle espressioni che non si possono dire è molto più lunga #chetempochefa
— Antonio Picco (@antoniopicco) January 6, 2013
Allora, ho pensato subito alla mia di lista di espressioni che non mi piace sentir dire. Eccola:
- ah però!
- anche sì, anche no
- balletto delle cifre
- buon libro
- buon proseguimento!
- che poi
- ci aggiorniamo
- ciaspe, ciaspole
- debacle
- doppietta, tripletta
- effettuare (usato al posto di "fare")
- ente certificato
- ente gestore
- erogare
- fare la mail
- fare quadrato
- filiera
- fuga dei cervelli
- giornata mondiale di...
- giro di vite
- gli idoli
- integrato
- le eccellenze del made in Italy
- mal che vada
- patrimonio mondiale dell'umanità
- per non dimenticare
- Proprietà (inteso come proprietario)
- quanto dichiarato in una nota a margine
- scialpinismo, scialpinista
- senza se, senza ma
- società civile
- sostenibile, sostenibilità
- studiare, studiare, studiare
- televoto, stop col televoto
- tipo (usato come intercalare)
- tu non mi conosci, quindi non puoi giudicarmi
- unità di crisi
- valorizzare le eccellenze
La lista potrà arricchirsi di altre espressioni in futuro. Aggiungo subito le espressioni tipiche del gergo
calcistico, le interviste ai calciatori che parlano come se avessero visto in tv la partita che, invece,
hanno appena giocato.
Sicuramente, sono compresi tutti i modi di dire tipici dei giornalisti e soprattutto degli ignari passanti
intervistati per strada su questo o quello. Ne avevo già parlato qui.
About me
Antonio Picco, blog on-line dal 2003.
Osservatore intransigente della società, critico dell'evoluzione digitale e del suo impatto sulle nostre vite.
Nel mio blog condivido riflessioni inedite sull'evoluzione del digitale e il suo impatto sulla società, con l'obiettivo di scardinare i diktat del pensiero stampato.
Le parole sono di tutti e le opinioni si condividono.
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