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Su twitter guerre di bande, minuti di silenzio, poesia e stocazzismo

Prosegue il discorso su Twitter, a un anno di distanza da
questo mio post sull'ordinaria banalità di certi tweet: cosa è cambiato, quali
sono oggi le principali espressioni abusate e chi ne abusa?
Ne parlo per esperienza diretta, quindi sono
esclusi - perché non ne ho esperienza diretta e non ne voglio avere - tutti i tweet a carattere pornografico,
delle ragazzine viziate, dei perdigiorno che fanno la rassegna stampa, delle citazioni sempre e comunque,
dei social media strategist.
Perché ancora in tv la pubblicità del 48182?

Può bastare inviare un sms al 48182 e rispondere a una domanda facile, facile, per vincere 10 mila euro in monete d'oro
Il numero 48182 si impara a memoria subito, non serve annotarselo. Il numero rimanda al sito allyoucan.it. Lo avevamo già visto altre volte quello spot in tv e lo rivediamo in questi giorni sulle principali reti televisive. Appena pochi mesi fa, l'Antitrust aveva sospeso lo spot col superquiz 48182, come si legge anche sul sito dell' Autorità garante della concorrenza e del mercato, con un provvedimento del 6 settembre 2012.
Twitter pessimo conduttore di buona educazione. Ispirato alla vicenda Scialpi vs Twitstar

Vi ricordate com'era Twitter agli inizi? Intendo quattro o cinque anni fa.
Non c'erano i retwit, le notifiche e i thread delle conversazioni; andando più indietro nel tempo, non c'erano neanche
i trending topic. Poi, Twitter è cambiato ed è arrivata anche la versione in italiano; infine, buona parte del popolo
italiano - di santi, poeti e navigatori - si è riversato sul social network e addirittura nei tg il popolo di Twitter
viene citato al pari dell'Ansa o della Reuters.
Siccome tutto il mondo è paese e il paese mormora perché è piccolo, in questi giorni di quasi vacanza il popolo di Twitter mi ha fatto rimpiangere i bei vecchi tempi di quando ci divertivamo meglio, anche con meno.
La risposta del Garante: cosa fare se i call center non rispettano la privacy

Nei giorni scorsi ho fatto richiesta ai call center che mi chiamavano, sia a casa che al cellulare, di accesso ai miei dati personali nei loro database per sapere dove avessero preso i miei recapiti. Richiedevo una loro risposta scritta entro 15 giorni, citando l'art. 7 del DLgs. 196/2003, il Codice per la privacy.
I call center, la privacy e l'inutile Registro delle opposizioni

La volta scorsa vi raccontavo di come intendevo far valere il mio diritto alla
privacy nella sporca faccenda delle chiamate dai call center, che tutti noi conosciamo.
Ho tutto il rispetto
per il lavoro degli operatori dei call center, ma nessuna pietà per chi se ne frega del diritto alla privacy.
Cosa si nasconde dietro l'esosa tenuta del Registro delle opposizioni, quasi completamente informatizzato e quindi a costi di gestione relativamente bassi? Quanti tra tutti i call center possono permettersi di versare fino a 208 mila euro ogni 15 giorni? Di sicuro non il mobilificio che mi ha chiamato 10 minuti fa...
La legge c'è, gli strumenti anche ma di fatto il Registro delle opposizioni è meno utile della carta igienica! E il nostro diritto alla privacy?
Come ottenere l'indirizzo pec di un call center e difendere la tua privacy
Ricevete telefonate non desiderate? Vi chiamano, ma quando voi rispondete mettono giù? Appena riuscite a parlare con l'operatore chiedegli
- denominazione e recapiti del call center, cioè chi vi sta effettivamente chiamando;
- il nome del titolare del trattamento dei dati personali del call center;
- chi ha dato loro il vostro numero di telefono.
Se avete solo il nome del call center e la città, sul sito registroimprese.it troverete il loro indirizzo di posta elettronica certificata e altri dati. Quindi esercitate i vostri diritti di accesso ai vostri dati personali, ai sensi degli articoli 7 e 8 del D. Lgs. 30 giugno 2003, n. 196 e inviate loro un messaggio di posta elettronica certificata che vale come una raccomandata ma è gratis (anche la vostra casella di posta, però, deve essere certificata).
Pubblicità Orocash con Pozzetto, tradite le migliori intenzioni della campagna pubblicitaria

Renato Pozzetto presta il volto a Orocash, azienda che - come si legge in un comunicato - opera nel commercio dei preziosi dal 1999, alcuni anni prima della diffusione dei negozi compro oro in tutte le città italiane. Il comunicato sul sito ufficiale dell'Azienda spiega i motivi della campagna pubblicitaria, trasmessa in questi giorni sulle principali reti televisive; l'Azienda riconosce come il commercio dei preziosi, venduti dai privati in cambio di contanti, possa nascondere anche attività illegali: la campagna pubblicitaria del marchio è per Orocash una presa di distanza dai concorrenti.
La Rai sospende Derrick, sul Nazismo una damnatio memoriae con due pesi e due misure

Dopo la notizia del giovane Horst Tappert - il celebre ispettore Derrick della tv - negli elenchi delle SS, anche la RAI sospende la programmazione del telefilm, come hanno già fatto l'emittente olandese MAX e la tedesca ZDF. La sospensione, si legge, è in segno di rispetto per le vittime del Nazismo.
La decisione, a parer mio, è una stronzata!
Derrick è stato una SS ma è sbagliato condannarlo per questo

Siamo testimoni della storia e, come diceva Derrick in una puntata del telefilm:
Un testimone non deve mai esprimere opinioni; deve solamente dire quello che sa
Con questa mentalità, viene data la notizia di un inedito Horst Tappert - il famoso ispettore Stephan Derrick - arruolato nelle SS nel 1943 quando aveva vent'anni. La notizia viene riportata rimarcando il silenzio di Tappert su questo segreto del suo passato, segreto mantenuto fino alla morte.
Pubblicità Coca-Cola e il nuovo presidente, parodia della Terza Repubblica
Ciao, mi chiamo Federico, ho 17 anni e sono il nuovo presidente della Coca-Cola
Avrete visto la nuova pubblicità della Coca-Cola in onda di recente. Come si legge qui, alla Coca-Cola è piaciuta l'idea di un ragazzo mai visto prima in tv che magicamente diventa il nuovo presidente dell' Azienda e pensa a idee rivoluzionarie per il mercato italiano. L'intenzione della Coca-Cola è quella di portare più vicino ai giovani l'immagine del marchio e far vedere agli italiani quanto si stia investendo nel nostro Paese anche in tempo di crisi.

Il video non ha ricevuto parecchi consesi su Youtube, suscitando le antipatie di tanti ragazzi della stessa età di Federico e neanche a me piace l'idea di un ragazzo che dalla cameretta guida una multinazionale.
About me
Antonio Picco, blog on-line dal 2003.
Osservatore intransigente della società, critico dell'evoluzione digitale e del suo impatto sulle nostre vite.
Nel mio blog condivido riflessioni inedite sull'evoluzione del digitale e il suo impatto sulla società, con l'obiettivo di scardinare i diktat del pensiero stampato.
Le parole sono di tutti e le opinioni si condividono.
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