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I Manovalanza dal vivo anche se anziani a vent'anni. Intervista

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I Manovalanza hanno fatto un disco della loro serata di chiusura dello storico locale Terrazza sul Lago, proprio dove la loro carriera cominciava 12 anni fa. Con una breve intervista spaziamo su temi di attualità per chi segue la musica e non solo.

Manovalanza

La storia della band toscana Manovalanza comincia nel 2006 e il pubblico li ha conosciuti proprio allo stesso locale, La terrazza sul lago in riva al lago di Montedoglio a Pieve di Santo Stefano (Ar), dove nei giorni scorsi ha registrato l'album Last live at Terrazza sul Lago, per la chiusura definitiva del locale. Del concerto sono state fatte registrazioni audio e video. La registrazione audio è stata curata da Francesco Varzi (tecnico live) e Riccardo Pasini dello Studio 73 di Ravenna, che ha curato la post produzione con missaggio e masterizzazione; alle riprese e al montaggio video hanno lavorato i videomaker di Low Party Production di Sansepolcro (AR).

La musica dei Manovalanza è andata oltre il territorio nazionale, fino in Messico con un tour di due settimane.

Lo scorso 7 maggio è uscito l'album registrato alla Terrazza ed è partito il Manovalanza World Tour con date programmate fino a novembre.

Il singolo Che gioia il buio è accompagnato da un video e promuove l'album.

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Che gioia il buio

Le sonorità punk dei Manovalanza si condensano in Che gioia il buio con un intreccio di temi che ricorrono nei 14 brani dell'album (i brani sono 15 contando anche l'Intro).

L'accelerazione delle comunicazioni digitali tra le persone ha svuotato di ogni energia il meccanismo che convertiva la ricerca di esperienza in volontà di sperimentare: la ricerca faceva emergere tratti personali inediti e la volontà era la spinta che avvicinava all'altro. Oggi, invece, non c'è più il tempo per la ricerca di esperienza e i tratti personali sono spinti in basso dagli imperativi categorici del Web e dimenticati. Così, a vent'anni si può essere già vecchi e a trent'anni sentirsi esclusi e rigettati.

La musica è sempre più adolescente e superati i vent'anni rimangono solo i bei tempi da ricordare. C'è un circuito di band, locali con musica dal vivo e circolazione di persone ed espressioni artistiche che si sta esaurendo, con i locali che non rispondono più alle e-mail delle band che chiedono di esibirsi e i locali che, alla fine, chiudono definitivamente.

Ho chiesto ai Manovalanza di parlare del loro album, inviando una e-mail e loro hanno risposto.

Breve intervista

I Manovalanza ci parlano di come vive in Italia chi fa musica inedita e cerca il contatto con il pubblico nei locali dove si suona dal vivo. Il ritratto è decadente ma l'impegno, la passione e la voglia di fare non mancano, nonostante le tante difficoltà. Il pubblico, poi, si lascia facilmente corrompere dalla comodità dei nuovi media e dalla TV che propone cosa deve piacerti perché se una cosa piace a tutti, allora deve piacere anche a te.

  • Il singolo Che gioia il buio, poi le canzoni dell'album Quando arriva la sera, Siamo anziani a vent'anni e Miserabili sembrano parlare di un'obsolescenza programmata per i giovani che anagraficamente escono dall'adolescenza

I Manovalanza rispondono:

Il disagio ed il senso di alienazione che proviamo ogni giorno, al mondo d'oggi, è il filo conduttore comune di molte delle nostre composizioni.

In noi è maggiormente sviluppato, in quanto fin dalla adolescenza ci siamo sempre sentiti diversi dalla massa (vedi Siamo anziani a vent'anni), tuttavia bisogna ammettere che un sacco di persone si ritrovano in questa condizione di alienazione una volta superata l'età adolescenziale.

Il mondo gira molto veloce, forse troppo, e la sensazione è quella che per restargli dietro occorre non dico vendere l'anima, ma sicuramente scendere a compromessi. E noi non ne vediamo il motivo, di scendere a compromessi... Nonostante tutte le difficoltà, a noi piace essere così come siamo, sinceri, diversi, testardi e legati a valori di spontaneità, lealtà e trasparenza che ormai non vanno più di moda da tempo. A volte cerchiamo di vedere la cosa da un punto di vista ironico, per sdrammatizzare (vedi Che gioia il buio e Quando arriva la sera), altre volte, come in Miserabili noi, affrontiamo l'argomento con serietà e dedizione, cercando di spronare l'ascoltatore a reagire allo status quo che penalizza e atrofizza le passioni e la creatività, veri motori del mondo e della società.

  • La carriera dei Monovalanza cominciava nel 2006 alla Terrazza sul Lago, il locale dove avete registrato dal vivo il disco. Oggi per una band è possibile cominciare la carriera in un locale senza passare prima per YouTube e talent show?

Ci piacerebbe molto poter rispondere di sì, che basta aver talento e impegnarsi a fondo, per far emergente una band. Ci piacerebbe molto poter dire che basta suonare bene ai concerti, far divertire e ballare la gente, per aprirsi le porte. Ma purtroppo non è più così. La musica dal vivo è molto penalizzata nel mondo attuale, a discapito di YouTube o talent show, come giustamente dici. Il punto è che le persone non vanno più volentieri a vedere suonare dal vivo, preferiscono guardare lo youtuber di turno che pubblica il video virale in Rete. Purtroppo è aumentata la tendenza all'indifferenza, e alla superficialità, si ascolta tutto senza interesse, senza capire, senza sforzo, e di conseguenza non importa più andare a vedere dal vivo un gruppo.

Tuttavia, spesso non paga nemmeno fare dei buoni video su YouTube o partecipare a concorsi e talent show... Quindi, tanto vale fare di testa propria: anche se è difficile emergere solo con i concerti nei locali, sicuramente è più divertente per un musicista rispetto a partecipare ai talent o a sborsare un sacco di soldi per un video su YouTube, che fra l'altro molto spesso non garantisce comunque di venire ascoltati.

  • In Lettere nel vuoto rinfacciate ai locali di non rispondere alle richieste per potervi esibire. È sempre più difficile avere musica dal vivo nei locali, e molti locali chiudono. Coincidenze?

Il fatto che i locali difficilmente fanno suonare le band che propongono brani propri è secondo noi la conseguenza dell'indifferenza degli ascoltatori, come dicevo prima.

Attualmente le cover band ed i DJ attirano più pubblico rispetto ad un band che esegue canzoni proprie, anche se musicalmente molto valida. Capiamo benissimo che i locali devono guardare anche di portare a casa il pane, e quindi di preferire le serate che portano più incasso, ma in questo modo in Italia si sta ammazzando la cultura della musica dal vivo.

Capiamo benissimo anche che i locali che propongono musica inedita chiudono a vista d'occhio (è proprio il caso della Terrazza sul Lago!) però occorre che qualcuno si ribelli a questo status quo, o per lo meno che lo faccia notare.

Lettere nel vuoto alla fine è uno sfogo, un lamento di una band che è stata costretta ad andare all'estero per trovare le ultime briciole di attenzione rimaste, ma è anche una denuncia di una situazione di indifferenza dilagante che purtroppo non accenna a diminuire. Paradossalmente, Lettere nel vuoto è una delle canzoni più apprezzate dei Manovalanza dal vivo, anche e soprattutto in Italia, dove la gente capisce bene cosa significa. Sintomo che la cultura musicale ancora c'è, gli ascoltatori ancora ci sono, e non è troppo tardi per invertire la rotta. Dobbiamo solo volerlo.

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Dettagli: 23/05/2018 · 598 view

About me

Sono Antonio Picco. Ogni tanto pubblico qualcosa qui, non più tanto spesso, ma mai per caso. Lo faccio dal marzo del 2003.
Da allora, ho mantenuto lo stesso approccio al Web, nonostante gli effetti nocivi che la società ha riversato sulla Rete in modo entusiastico e incontrollato.
Scrivo soprattutto per commentare le dinamiche del Web e dei social network, i discorsi impegnati, gli spot pubblicitari e il desiderio obbligatorio di spettacolarizzazione dell'osceno che deve piacere anche a te, se già piace a tutti gli altri.