Le parole sono di tutti e le opinioni si condividono
antoniopicco.it
nell'ordine delle cose
Sei qui: Home > Il recinto rotto dai Breaking the Fence
Il recinto rotto dai Breaking the Fence
Ci ripetono di andare a cercare chi siamo veramente. La ricerca del vero se stesso porta noi fuori dal recinto e anche a farci male. I Breaking the Fence ci mettono tutta l'energia di cui sono capaci.
Breaking the Fence
Giorgio Cagnin (voce), Antonio Cavallin Toscani (chitarre), Giovanni Cavallin Toscani (chitarre), Matteo Stanco (basso e cori) e Giacomo Raffaelli (batteria) intendono rompere il recinto con la band Breaking the Fence. Insieme a Padova fanno musica da tanto tempo.
Qual è il recinto da rompere? Il recinto che ingabbia tutti noi, cioè quello sociale, grigio e intricato di routine. Questo recinto ci tiene a distanza da emozioni e contatti umani, però - dicono i Breaking the Fence - la musica, la loro musica, rompe il recinto e sostituisce la routine con le emozioni e vivere di questo.
Segui i Breaking the Fence su Facebook.
Non capire che
I Breaking the Fence pubblicheranno il loro album autoprodotto Niente rimane il prossimo anno. Fino ad allora, la band ha pubblicato su Youtube il video del secondo singolo Non capire che.
Non è un caso - a parer mio - l'inquadratura fissa su un'autostrada trafficata, a tratti, in una giornata piovosa. Il testo parla chiaro ai primi versi: per apprezzare qualcosa bisogna prima lasciarla. Rompere il recinto porta anche a separarsi da chi rimane dentro, per i più svariati motivi. La società stessa da un lato ci inquadra in grigie routine e ci assegna la nostra parte nel gioco della vita, ma dall'altro lato ci spinge ad essere diversi e a trovare la nostra individualità.
Ai giovani nell'età dei Breaking the Fence, e anche a tutti noi, gli altri e il mondo intero continuano a ripetere a ciascuno di cerare il vero se stesso; ci spingono a cercarlo in qualche parte dell'universo dove si nasconde e si diverte a vederci essere qualcosa che non siamo.
La ricerca del vero se stesso porta fuori dal recinto. Se scopriamo emozioni nuove, allora siamo sulla strada giusta per scoprire cosa di noi era nascosto.
Ciò porta - inevitabilmente - a una continua insoddisfazione dell'io: cioè porta a "farsi male e a non capire che...".
Tutte le cose sono ritrovate nell'ultimo posto in cui le cerchiamo. Così, ciò che conta nella vita di ciascuno è proprio il suo vissuto e il suo vissuto sono i legami, cioè le persone da sempre vicine.
Anche in Non capire che la band riesce a sprigionare l'energia della perfetta amalgama che lega i cinque, come nel primo singolo Indifferente. Nei testi troviamo momenti di originalità che emergono dopo strofe con testi un po' meno originali.
Di seguito in anteprima la copertina dell'album Niente rimane.
About me
Sono Antonio Picco. Ogni tanto pubblico qualcosa qui, non più tanto spesso, ma mai per caso. Lo faccio dal marzo del 2003.
Da allora, ho mantenuto lo stesso approccio al Web, nonostante gli effetti nocivi che la società ha riversato sulla Rete in modo entusiastico e incontrollato.
Scrivo soprattutto per commentare le dinamiche del Web e dei social network, i discorsi impegnati, gli spot pubblicitari e il desiderio obbligatorio di spettacolarizzazione dell'osceno che deve piacere anche a te, se già piace a tutti gli altri.
Parlo spesso di:
Amazon, Apple, Banksy, Call Center, Che tempo che fa, Chernobyl, Chiesa, Clickbait, Clima, Covid, Democrazia, Derrick, Eccellenze, Europa, Expo, Facebook, Fake news, Friuli, Giornate mondiali, Google, Green pass, Instagram, Italia, Libri, Meme, Meteo, Negazionista, Nostradamus, Pandemia, Papa, Philippe Daverio, Popolo del web, Populista, Privacy, Pubblicità, Quora, Rai, Schwa, Selfie, Social network, Spam, Steve Jobs, Superquark, Tempo, Tv, Twitstar, Twitter, Vodafone, WhatsApp, Wikipedia, Wind.