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I temi del Bilderberg

Tra il 9 e i 12 giugno 2011 a St. Moritz in Svizzera persone di alto profilo - come ad esempio Joaquin Almunia, Franco Bernabé, John Elkann, Henry Kissiger, la Regina d'Olanda e Mario Monti - si sono incontrate e a porte chiuse hanno discusso delle sorti del mondo.
C'erano anche Chris Hughes (co-fondatore di facebook), Reid Hoffman (co-fondatore di LinkedIn), Peter Löscher (Ceo alla Siemens), Paolo Scaroni (Ceo all'Eni), Eric Schmidt (di Google), Peter Sutherland (presidente di Goldman Sachs), Giulio Tremonti (ex ministro), Jean-Claude Trichet (presidente Bce) e tanti altri.
Presenti alcuni giornalisti dell'Economist.

In particolare, i temi della conferenza erano:

  • Significato di democrazia nel Medio Oriente
  • Ruoli e responsabilità delle economie emergenti
  • Sicurezza economica e nazionale nell'era digitale
  • Innovazioni tecnologiche nelle economie occidentali
  • I governi e la necessità di fare riforme
  • Il modello della Svizzera nel futuro
  • Le sfide dell'Unione Europea
  • Le implicazioni di un Euro sostenibile per le economie europee
  • Le sfide interne della Cina
  • Le sfide regionali e globali della Cina
  • Connettività e diffusione del potere
  • Aree dove attualmente vi sono conflitti
  • Gli stress demografici

Ho cercato su google alcuni di questi titoli; tra i risultati più pertinenti ecco cosa ho trovato.

Significato di democrazia nel Medio Oriente

L'Economist (giornalisti dell'Economist erano ospiti del Bilderberg del 2011) aveva pubblicato nel 2010 uno studio e una classifica dell'indice di democrazia nel mondo. Dallo studio - 46 pagine scaricabili qui (pdf) - emerge che l'Italia è classificata al 29-esimo posto tra le flawed democracies, cioè tra le democrazie con qualche difetto, con - tra gli altri - la Grecia (28), la Francia (31), la Slovenia (32). Invece, in Medio Oriente Israele è il Paese col punteggio maggiore: Israele è al 37-esimo posto, poco più in basso dell'Italia; maglia nera della democrazia in Medio Oriente per la Libia e l'Iran, ma anche per la Tunisia e l'Egitto. Potete vedere una tabella di sintesi su wikipedia. Questo nel 2010, qualche mese prima della primavera araba quando sono capitolati i governi di Egitto, Libia e Tunisia mentre invece quello che succede in Iran è una storia un po' più complicata.

Connettività e diffusione del potere

Lo stesso Eric Schmidt di Google pubblica nel novembre 2010, sei mesi più tardi sarà al Bilderberg di giugno, un articolo con lo stesso titolo del punto all'ordine del giorno della Conferenza. Schmidt dice che l'avvento e il potere di queste tecnologie darà grandi sorprese nel XXI secolo. Schimdt mette in guardia i governi dalle mini ribellioni dei telefonini. Infatti, per gli stati più potenti del mondo, queste tecnologie creeranno nuove opportunità di crescita ma comporteranno anche nuove sfide che stabiliranno nuovi modi di governare. Infine, l'uomo di Google avvisa gli stati, consigliando i governi di controllare l'impatto delle tecnologie (di internet) su politica ed economia.

I governi e la necessità di fare riforme

Propongo questo articolo sempre dell'Economist dove si parla proprio dell'Italia e della Bce, la cui sfiducia verso l'Italia è comprensibile mentre i critici della Bce dovranno convincersi che le pressioni esercitate dai mercati hanno portato dei cambiamenti così forti che servono riforme che la politica da sola non è in grado di fare.

Tutto il resto è storia recente.

Dettagli: 17/11/2011 · 1674 view

About me

Sono Antonio Picco. Ogni tanto pubblico qualcosa qui, non più tanto spesso, ma mai per caso. Lo faccio dal marzo del 2003.
Da allora, ho mantenuto lo stesso approccio al Web, nonostante gli effetti nocivi che la società ha riversato sulla Rete in modo entusiastico e incontrollato.
Scrivo soprattutto per commentare le dinamiche del Web e dei social network, i discorsi impegnati, gli spot pubblicitari e il desiderio obbligatorio di spettacolarizzazione dell'osceno che deve piacere anche a te, se già piace a tutti gli altri.