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Goldrake e il nostro rapporto con i Media, oltre la nostalgia

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La Befana nel 2025 ci porta Goldrake in prima serata su Rai2, in una versione detta reboot. Sarà una riedizione, una serie di nuovi episodi con rimandi alle precedenti. Non sarà una replica.

Nostalgia in TV

La televisione e soprattutto il Web offrono un'esperienza del tempo forse mai sperimentata prima.

La nostalgia è un sentimento rivolto verso il proprio vissuto: anche se non è proprio una replica, rivedere Goldrake a distanza di anni è nostalgia per l'adulto nel cui vissuto ritrova se stesso bambino guardarlo in TV.

Nel caso delle repliche, le stesse puntate di Goldrake possono essere guardate per la prima volta anche dai bambini di oggi, seppur con sentimenti diversi. I bambini di oggi possono avere le stesse esperienze televisive (multimediali) dei loro genitori e questo è sorprendente: le percezioni saranno le stesse, perché le immagini e i suoni sono uguali, ma il sentimento sarà diverso. In altre parole, la stessa esperienza televisiva (e culturale) si ripete perfettamente uguale a se stessa davanti a un pubblico nuovo, il quale ha un mondo interiore diverso. L'esperienza è la stessa, le percezioni saranno le stesse ma i sentimenti saranno diversi.

Simile ma diverso

Programmi che rievocano atmosfere e personaggi di un tempo sembrano rispondere a un bisogno profondo di rassicurazione e appartenenza. Come un rifugio sicuro in un mare di incertezza, il passato offre una narrazione già scritta, un finale noto che ci conforta di fronte all'imprevedibilità del futuro.

Ricordare insieme, rivivere esperienze comuni, ci fa sentire parte di qualcosa di più grande di noi stessi. Il presente è spesso percepito come precario e il futuro non promette bene; il passato, invece, offre un punto fermo cui aggrapparsi.

Anche il passato ha le sue ombre e i suoi lati oscuri: per esempio, i cartoni animati giapponesi erano accusati di mostrare troppa violenza e di non essere adatti ai più piccoli.

I bambini e la violenza in TV

Il robot salva il mondo dalla minaccia aliena. Il cartone animato mostrava scene di violenza, seppur disegnate. In quegli anni c'era chi storceva il naso e non permetteva ai propri figli di seguire in TV le avventure di Goldrake.

In un articolo pubblicato su La Stampa del 29 luglio 1980 si legge addirittura di come un ragazzo di 11 anni abbia perso la vita nel tentativo di somigliare a Goldrake. Si era costruito una maschera da indossare sul volto per diventare come il suo eroe, ma i lacci erano troppo stretti ed è morto soffocato.

L'esposizione dei bambini alla violenza dei cartoni giapponesi era oggetto di dibattito, come oggi si parla dei telefonini. In questo altro articolo su La Stampa del 28 marzo 1981 si parla di letteratura per ragazzi, della loro disaffezione per la lettura e delle loro preferenze verso la TV. Ai genitori, definiti genitori da decreti delegati, quei cartoni giapponesi non piacevano e se ne parlava anche a scuola, a cui si iniziava a delegare tutto.

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La Stampa, 28 marzo 1981

Genitori e pedagogisti si chiedevano allarmati su La Stampa del 7 gennaio 1981 se Goldrake fosse davvero diseducativo e di quanto la fantasia e la creatività dei bambini non fossero libere come un tempo a causa della TV. L'importatore di giocattoli rispondeva con un approccio più aperto verso le nuove proposte e invitava a riflettere su come anche le avventure di Pinocchio fossero per certi versi inquietanti.

Ho proposto alcuni articoli di La Stampa per la comodità del suo archivio on-line.

Non sparate a Goldrake

La televisione, e in particolare i cartoni animati, negli anni Settanta e Ottanta rappresentavano un fenomeno nuovo e le preoccupazioni non mancavano. Il dibattito su Goldrake è solo un esempio di come i media abbiano sempre influenzato la nostra società e come la loro gestione sia stata oggetto di riflessione. Con l'ingresso di sempre più donne nel mondo del lavoro, la televisione diventava una baby-sitter che teneva impegnati i più piccoli nel pomeriggio.

Il dibattito sulla violenza nei cartoni animati, sollevato all'epoca dell'uscita di Goldrake, è ancora oggi attuale. I bambini di oggi sono esposti a livelli di violenza visiva molto più elevati rispetto ai loro coetanei degli anni Settanta e Ottanta. Ciò che per i bambini di un tempo poteva rappresentare un limite invalicabile, oggi potrebbe essere percepito come un'avventura ordinaria. Questa maggiore esposizione alla violenza pone interrogativi complessi sulla nostra società e sulle sue modalità di educare le nuove generazioni.

Contro chi combatte oggi Goldrake?

Ma chi è Ufo Robot, oggi? Che cosa rappresenta quel miracolo dell'elettronica dal cuore umano? Forse mangiare libri di cibernetica e insalate di matematica è una metafora dell'intelligenza artificiale? A differenza dell'intelligenza artificiale di oggi, Goldrake possedeva un cuore umano, un'empatia che lo rendeva un eroe capace di comprendere le sofferenze degli altri e di lottare per un mondo migliore.

Dettagli: 06/01/2025 · 85 view

About me

Antonio Picco, blog on-line dal 2003.

Osservatore intransigente della società, critico dell'evoluzione digitale e del suo impatto sulle nostre vite.
Nel mio blog condivido riflessioni inedite sull'evoluzione del digitale e il suo impatto sulla società, con l'obiettivo di scardinare i diktat del pensiero stampato.
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