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Firma digitale ovvero firma concessa in licenza d'uso?

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La firma digitale offre numerosi vantaggi, ma comporta anche una perdita di autonomia e una dipendenza dalle tecnologie.

La firma

Con una stretta di mano gli uomini si impegnano a mantenere fermo un patto. La firma fa esattamente la stessa cosa: scrivendo il proprio nome in calce a un documento ci impegniamo, da quel momento in avanti, a non venir meno alla parola data, che resterà ferma a quell'accordo sottoscritto. Anche con il matrimonio, per esempio, gli sposi si impegnano ad amarsi per il resto della loro vita, nella gioia e nel dolore, nella buona e nella cattiva sorte; cioè, qualunque cosa succeda, resta ferma la parola data.

Incidere il proprio nome o nomignolo su un muro è un atto vandalico oltre che un abuso, perché comporta la pretesa di imporre un dominio su luoghi che appartengono a tutti.

La firma autografa è anche un segno distintivo e ci accompagna per tutta la vita, talvolta cambiano in alcuni tratti.

Per stringere un accordo bastano le mani, per la firma su un documento ci vuole la penna; con la maleducazione e un oggetto appuntito, invece, si vandalizzano i muri.

La firma digitale

La tecnica risponde dalla domanda di fare di più e più in fretta. Padroneggiare la tecnica fa la differenza e un Paese tecnologicamente avanzato è più capace di affermarsi sugli altri, sia economicamente sia culturalmente.

Per fare più in fretta e per fare di più, oggi i contratti si sottoscrivono con la firma digitale. Firma digitale e firma autografa sono la stessa cosa? Dal punto di vista legale, sì. La firma digitale ha lo stesso valore della firma autografa e può essere utilizzata per sottoscrivere qualsiasi tipo di documento, sia nei rapporti tra privati che nei rapporti con la Pubblica Amministrazione. Però c'è una differenza e c'entra la tecnica.

La firma digitale esprime la nostra identità e la nostra volontà come quella autografa. Per firmare alla maniera tradizionale bisogna spostarsi e incontrarsi di persona, inoltre servono il documento cartaceo da sottoscrive, una penna e un po' di inchiostro. La firma digitale, invece, si può fare comodamente da casa però servono una connessione a Internet per il trasferimento del documento digitale, un dispositivo per leggere e firmare il documento e - importante - il certificato digitale rilasciato da un ente accreditato. Nella stragrande maggioranza dei casi, il certificato digitale non è gratuito.

In licenza d'uso

I benefici della firma digitale sono superiori ai costi ma resto critico: la firma digitale è un'ulteriore tendenza della tecnologia a liberare da una parte e a vincolare dall'altra. La firma tradizionale, autografa, vergata con la penna appartiene a me, e solo a me, e il costo della penna e dell'inchiostro oggi è trascurabile. Con la firma digitale, invece, la mia identità e l'espressione della mia volontà mi sono concesse in licenza d'uso dall'ente certificatore, il quale mi rilascia un dispositivo di firma in sostituzione della mano e della penna, per una durata di tempo limitata.

Invito a riflettere

Il mio vuole essere un invito a riflettere su come con la tecnologia ci sia anche il rischio di perdere in autonomia e indipendenza, in favore di libertà che ci vengono presentate come comodità: pagare con la carta anziché in contanti, ma solo se abbiamo un conto sul quale depositare i nostri soldi; accedere ai servizi online tramite SPID o altra applicazione, ma solo se rilasciamo i nostri dati a un ente fornitore del servizio e talvolta pagando; apporre la firma digitale, ma solo con un certificato digitale rilasciato spesso a pagamento; fruizione di servizi online, ma solo sottoscrivendo un contratto con un provider che ci offre a pagamento l'accesso a Internet e conosce tutte le nostre abitudini.

Dettagli: 16/11/2024 · 107 view

About me

Antonio Picco, blog on-line dal 2003.

Osservatore intransigente della società, critico dell'evoluzione digitale e del suo impatto sulle nostre vite.
Nel mio blog condivido riflessioni inedite sull'evoluzione del digitale e il suo impatto sulla società, con l'obiettivo di scardinare i diktat del pensiero stampato.
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