Le parole sono di tutti e le opinioni si condividono

Cerca per parola:  

Sei qui: Home > Perché guardare la partita in piazza e non a casa?

Perché guardare la partita in piazza e non a casa?

573 (117K)

Il culto del calcio ha i propri fedeli e segue precisi rituali. I fedeli in piazza danno potenza alla loro esistenza.

Stasera c'è la partita

Stasera c'è la partita Italia Inghilterra. Perché non puoi startene a casa e seguirla in TV? Perché vuoi andare in piazza, in mezzo a tante altre persone, per guardare la partita su un maxischermo?

In piazza non è comodo come a casa: forse starai in piedi per ore; se hai bisogno, non hai il tuo bagno pulito; davanti a te e tutto intorno a te ci saranno altre persone ad impedirti di vedere e sentire bene. Quindi, perché in piazza e non a casa tua?

Il rituale

Perché la partita di stasera è un rituale. Ci sono delle regole precise da seguire, dei tempi da rispettare, delle persone con poteri speciali in grado di fare cose speciali. Se l'Italia è arrivata alla finale degli Europei di calcio, allora deve esserci un significato nascosto e magico, da interpretare e da cogliere.

Assistere alla partita davanti al maxischermo in piazza è come attendere il Natale alla Messa di mezzanotte, è come assistere alla proclamazione di una laurea, è come dare l'ultimo saluto a un funerale. Tutti questi rituali hanno in comune che:

  • fanno accadere le cose, come il Natale, il conseguimento di un titolo di studio, la morte di una persona;
  • appartengono a un luogo, come una cattedrale, un'aula dell'università, una piazza o il sagrato di una chiesa (come abbiamo visto per il funerale di Raffaella Carrà, alcuni giorni fa);
  • impegnano del tempo e quel tuo tempo è per il rito;
  • richiamano gente e tutti in quel momento si comportano e fanno gli stessi gesti, come alzarsi e sedersi a comando, ascoltare in silenzio, attendere la pronuncia di formule di rito ecc.;
  • fanno provare a tutti le stesse emozioni.

In piazza per dare potenza alla tua esistenza

La partita in piazza celebra la coesione sociale dei tifosi e anche di chi si scopre tifoso per far parte di un gruppo esteso. Se guardi la partita a casa, la partita che vedi sulla tua TV è la stessa partita proiettata in piazza sul maxischermo; però, se stai nell'intimità di casa tua, non partecipi al rito collettivo, non ti presenti agli altri, non esibisci la tua esistenza che trova significato nel riflesso dei tanti che come te fanno gli stessi gesti che fai tu, cantano gli stessi cori che intoni tu, vestono la stessa maglia che indossi tu, esultano proprio quando anche tu esulti, soffrono quando anche tu soffri.

Dettagli: 11/07/2021 · 377 view

About me

Sono Antonio Picco. Ogni tanto pubblico qualcosa qui, non più tanto spesso, ma mai per caso. Lo faccio dal marzo del 2003.
Da allora, ho mantenuto lo stesso approccio al Web, nonostante gli effetti nocivi che la società ha riversato sulla Rete in modo entusiastico e incontrollato.
Scrivo soprattutto per commentare le dinamiche del Web e dei social network, i discorsi impegnati, gli spot pubblicitari e il desiderio obbligatorio di spettacolarizzazione dell'osceno che deve piacere anche a te, se già piace a tutti gli altri.