Le parole sono di tutti e le opinioni si condividono

Cerca per parola:  

Sei qui: Home > Fuego è il singolo di Samu, Samuele Hamzai. Non è solo trap

Fuego è il singolo di Samu, Samuele Hamzai. Non è solo trap

samu-fuego-foto (22K)

Fuego è un pezzo trap. Il trap è il genere del momento, seguito da tanti; ma questo non vuol dire che conviene fare le cose come le fanno gli altri. C'è anche una breve intervista a Samu.

Samu

Sulla cover del singolo Fuego, il rapper Samuele Hamzai si firma Samu. Lui è di origine albanese nasce in Italia nel 1997 e cresce in Valfurva nel valtellinese.

Cresce, nonostante tutto. Il suo momento aut-aut è arrivato nel 2016, quando decide di lasciare la scuola per fare musica. Arriva a Milano e collabora con il produttore Gabriele Chiapparini (Varis) che ha un diploma del NAM.

Nel 2018 fonda il collettivo KFS, insieme al fratello Fabian e all'amico Kastriot Meta. KFS sta per Key Factors (for) Success, ma è anche l'acronimo che formano le iniziali dei loro nomi.

L’obbiettivo del collettivo è di riuscire a trasmettere alla società la loro filosofia: circondandosi di persone positive che credono nei loro ideali e motivandosi a vicenda si può arrivare a realizzare le proprie ambizioni.

Lo scorso 18 luglio Samu ha pubblicato il singolo Fuego (Prod. Varis).

Segui Samu su Facebook.

Fuego (Prod. Varis)

Sulla cover è scritto fu-ego. Significa fuoco, ma con il trattino si può anche leggere fu ego, cioè un Io incurante degli altri, che così è stato in un'azione avvenuta nel passato e conclusa definitivamente (fu).

Samu usa le sonorità e le regole compositive della musica trap. Secondo l'Urban Dictionary, trap è la zona dello spaccio di droga. Sotto l'effetto della droga si è in una trappola, trap in inglese. La distorsione dei suoni e l'Auto-Tune riproducono - così dicono - la percezione che si ha dei suoni dopo aver assunto delle sostanze psicoattive.

Dopo la forma di saluto frate', tutto bene, nel testo si susseguono le parole chiave sbaglio, vacanza, addio.

A mio parere, la musica trap - parlo di musica trap in generale - è il risultato di una percezione della realtà distorta in cui l'autore si ritrae come una vittima: lui che si meriterebbe molto di più è incastrato da tutto ciò che contrasta con la sconfinata dimensione dell'Io. Allo stesso tempo è autocompiacimento ed esaltazione di una marginalità in cui ci si ritrae e non in cui si è realmente spinti.

Spotify

samu-fuego-cover (99K)

Ascolta Fuego su Spotify.

Samu risponde

Samu è stato molto disponibile a rispondere a queste tre mie domande. Si parla della musica trap, che è il genere più influente del momento, e del rischio di omologarsi alla massa, che corri quando segui qualcosa di tanto influente.

Infine, non avevo mai considerato una vacanza come ce la racconta Samu.

  • La musica trap è molto ascoltata dai giovanissimi. All'orecchio dei più distratti la musica trap sembra tutta uguale. Che cosa sfugge agli ascoltatori distratti?

Credo che molti brani possano assomigliarsi tra loro, in quanto, molti degli artisti e produttori cercano di emulare il sound creato dai loro artisti preferiti. Ciò che sfugge agli ascoltatori è il messaggio che l'artista vuole trasmettere, perché tendono a focalizzarsi più sulla melodia.

  • Camminando per strada capita di incontrare ragazzi che girano per strada con una cassa audio bluetooth con la musica ad alto volume, e spesso è musica rap o trap. La musica rap e trap riesce davvero a fare più gruppo?

Certamente, è capitato anche a me di trovarmi in una situazione del genere. Con la musica, che sia trap o qualsiasi altro genere, si può fare gruppo; ovviamente con la musica rap o trap si possono coinvolgere più persone, essendo il genere più influente in questo momento.

  • Nella strofa dici prendo una vacanza ma non è un addio. Quando, invece, una vacanza è un addio?

Una vacanza è un qualcosa di necessario, diventa un addio quando smetti di fare quello che ami, quando rinunci ai tuoi sogni e in un certo senso ti lasci vivere omologandoti alla massa.

Dettagli: 26/07/2018 · 897 view

About me

Sono Antonio Picco. Ogni tanto pubblico qualcosa qui, non più tanto spesso, ma mai per caso. Lo faccio dal marzo del 2003.
Da allora, ho mantenuto lo stesso approccio al Web, nonostante gli effetti nocivi che la società ha riversato sulla Rete in modo entusiastico e incontrollato.
Scrivo soprattutto per commentare le dinamiche del Web e dei social network, i discorsi impegnati, gli spot pubblicitari e il desiderio obbligatorio di spettacolarizzazione dell'osceno che deve piacere anche a te, se già piace a tutti gli altri.