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Se dici di essere stato censurato o rifiutato la gente ti darà più ascolto

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La notizie del rifiuto del video per Adidas è un esempio di come il modo di dire le cose alteri la realtà dei fatti.

Inutile illudersi

Per colpire l'attenzione di tanti e far arrivare il proprio messaggio a sempre più persone, è necessario drogare il proprio messaggio. In questa prospettiva, la libertà di pensiero non implica più che il tuo pensiero sia libero da condizionamenti, perché il tuo pensiero deve competere con tutti gli altri.

Lo spot per Adidas rifiutato

La rivincita sociale dei videomaker, dei tanti geni ribelli con la passione insaziabile per i video e i meme, è il sentimento su cui fa leva la notizia del video rifiutato da Adidas ma diventato virale sui social network.

Non è un mistero dubitare sulla spontaneità con cui quel video sarebbe diventato virale. Il video girato dal regista Eugen Merher è ambientato in una casa di riposo, dove gli anziani ospiti consumano le loro lunghe giornate nel ricordo della loro giovinezza. Neanche l'infermiera mostra un po' di tenerezza verso gli anziani. Uno di loro faceva il runner e conserva ancora le scarpe Adidas con cui correva da giovane, ma ora non può più correre ed ogni suo tentativo di dar sfogo alla sua voglia di correre viene ostacolato.

Alla fine, gli altri ospiti organizzano un'azione sovversiva e regalano all'anziano corridore la libertà di correre fuori da quella casa degli orrori.

Secondo le notizie, il video è stato rifiutato da Adidas; poi, però, constatato che il video ha fatto il giro del Web - così dicono - quelli di Adidas si sono detti pentiti.

Chi ha ragione?

Supponiamo che sia tutto vero e che il video sia diventato spontaneamente virale dopo il rifiuto da parte di Adidas. Chi ha ragione tra Adidas, a cui il video non è piaciuto, e il popolo del Web, che ha condiviso il video?

Inoltre, la notizia del rifiuto quanto ha agevolato la condivisione compulsiva del video?

Il Volo e il no a Trump

La notizia di oggi su Il Volo è quella del rifiuto di esibirsi per Trump, perché i tre non condividono la politica del nuovo presidente USA.

A tutti stupisce la schiettezza con cui il trio ha rifiutato l'invito di Trump, eletto democraticamente dal popolo degli Stati Uniti. Ci sono le solite accuse di populismo, ma nessuno ricorda a Il Volo e alle altre celebrità il valore democratico delle elezioni.

Ad ogni modo, la notizia del rifiuto ha portato tanta pubblicità a Il Volo. In Italia, si parla di Il Volo solo quando in Rai ci obbligano a vederli ospiti a Domenica In o quando inspiegabilmente vincono il Festival.

La viralità dei contenuti censurati e rifiutati

Già parlando della censura su Facebook come forma di pubblicità mi facevo delle domande su quanto la notizia della censura di qualcosa sia data solo per aumentare l'interesse verso quel qualcosa stesso. Anche i titoli dei link clickbait invitano a cliccare perché quello che vedranno è stato censurato oppure ha già fatto il giro del Web.

Non credeteci!

In questo periodo in cui tanto si parla di verità delle notizie e dell'autoregolamentazione del Web, invito tutti gli utenti a non credere di trovare la verità sul Web, ma neanche in TV o sui giornali. Chi scrive sul Web o chi vi dà le notizie non riporta la verità ma una lettura personale dei fatti, più o meno reali. Inoltre, le notizie sono offerte agli utenti in un libero mercato dove vince chi è più popolare e non chi è più fedele ai fatti.

A guardare i titoli dei risultati di una ricerca su Google e le tecniche di clickbait usate dai siti più spregiudicati, per essere i primi nel mercato dell'informazione occorrono sensazionalismo, allarmismo, scandalo.

Dettagli: 06/01/2017 · 812 view

About me

Sono Antonio Picco. Ogni tanto pubblico qualcosa qui, non più tanto spesso, ma mai per caso. Lo faccio dal marzo del 2003.
Da allora, ho mantenuto lo stesso approccio al Web, nonostante gli effetti nocivi che la società ha riversato sulla Rete in modo entusiastico e incontrollato.
Scrivo soprattutto per commentare le dinamiche del Web e dei social network, i discorsi impegnati, gli spot pubblicitari e il desiderio obbligatorio di spettacolarizzazione dell'osceno che deve piacere anche a te, se già piace a tutti gli altri.