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4 anni fa usciva Dietrologia di Fabri Fibra, che cosa è cambiato?

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A distanza di 4 anni, una rilettura di Dietrologia di Fabri Fibra tra profezie e te l'avevo detto.

In questi 4 anni

Dietrologia, il libro di Fabri Fibra e non su Fabri Fibra, usciva il 2 novembre 2011, esattamente 4 anni fa. L'ho letto appena uscito e ve ne parlavo qui.

Che cosa è successo in questi 4 anni e perché parlarne ora? In fondo, 4 anni non sono niente. Invece, no: dal 2011 a oggi abbiamo avuto 4 governi (Berlusconi, Monti, Letta, Renzi), abbiamo cambiato il presidente della Repubblica quasi due volte, un Papa si è dimesso e ne hanno fatto subito un altro, a Sanremo tre volte su quattro ha vinto un cantante proveniente dai talent show e molto altro.

Rileggiamo alcune pagine e facciamo due considerazioni.

Telegiornali e tv

Mi fa ridere la gente che resta impalata a guardare il telegiornale convinta di fare qualcosa di utile per se stessa, come per dire: vediamo cosa succede oggi da noi, quando in realtà sta accadendo di tutto ma non è in televisione e nei telegiornali.

Sappiamo che è la tv stessa a dettare i fatti su cui dobbiamo farci un'opinione e che i telespettatori conoscono solo ciò che la tv mostra, mentre ignorano ciò che non vedono (in linea generale). Se neanche la tv ne parla, perché un fatto dovrebbe essere interessante?

Cito un esempio recente e sotto gli occhi di tutti, cioè la mancanza di acqua a Messina.
A causa di un guasto all'acquedotto, la città è stata per giorni e giorni senza acqua potabile. Le scuole e gli uffici pubblici sono rimasti chiusi. La gente faceva la coda alle autobotti per riempire le taniche d'acqua.
Il fatto succedeva proprio quando l'attenzione di tv, stampa e web era sulla chiusura dell'Expo e nessuno ne parlava al tg. I tg se ne sono interessati solo in seguito a un video di denuncia caricato sui social network da Fiorello.

Ancora una volta, un tuo diritto viene riconosciuto solo quando la denuncia in diretta tv crea scandalo: "ma cosa faccio denuncio alla Polizia o lo dico a Striscia? Lo vedi, questa è democrazia!" (Mal di stomaco, 2006).

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Questa foto l'ho scattata il 25 giugno 2011 al live a Villa Manin di Passariano, Codroipo (Ud).

Gli italiani e il marketing tribale

Siamo tutti consumatori di cose che hanno tutti, tutte uguali.

Lo si nota non solo nel carrello della spesa ma anche nel modo di parlare e di postare cose sui social network.

Ci sono due verità bruttissime nella frase che ho riportato da Dietrologia: siamo tutti consumatori; tutti hanno cose tutte uguali.

Non è una coincidenza se più persone hanno tutte le stesse cose. Bernard Cova parla di marketing tribale per descrivere come un marchio sia in grado di attirare attorno a se un gran numero di fedeli compratori, che sembrano così riuniti in una tribù. La tribù è anche virtuale e lo si vede quando tutti condividono, per esempio, la foto della lattina di Red Bull o delle nuove scarpe Nike oppure, ancora, tutti si lamentano dell'ennesimo aggiornamento di Apple.

I social network quantificano quanto un marchio coinvolge e più coinvolge, più i fedeli si sentono appagati.

In poche parole, "la gente consuma in base a regole precise" (Squallor, 2015).

Gli italiani non inventano più nulla dal Rinascimento

Oggi non esiste più nulla di significante in Italia a livello artistico, basta guardare le città come sono ridotte.

È vero che La grande bellezza ha vinto il premio Oscar e, quindi, per tutti gli intellettuali italiani è stato immediato riconoscerne il valore artistico. Il premio Oscar, però, lo ha preso il film e non gli italiani.

Invece, quell'inventare a cui si riferisce Fabri Fibra parla di un progresso virtuoso del modo di pensare. Oggi, invece, la sempre maggior diffusione della tecnologia non porta reali benefici nel lungo termine, perché il modo di pensare e - quindi - la politica rispondono all'innovazione con sempre più stringenti restrizioni alle libertà personali.

A disperdere ogni idea di avanguardia è di nuovo la tecnologia, usata per formattare le persone e programmarle a perfetti consumatori: tutti hanno le stesse cose e tutti desiderano le stesse cose, ma il tuo modo di intendere il mondo non interessa a nessuno perché non ha un marchio.

Un libro più forte di un discorso di un politico

A conclusione del suo stesso libro, così Fabri Fibra parlava di Dietrologia. Per capirlo, richiudo il libro e mi soffermo sul sottotitolo: I soldi non finiscono mai.

Se c'è un problema, "dammi i soldi e ti porto la soluzione" (La soluzione, 2008), però "i soldi sono un peccato, tutti ne parlano ma nessuno dice quanti ne fa" (Rock that shit, 2015).

In Italia, nonostante la storia recente, a contare è l'immagine di se stessi da vendere agli altri in cerca di conferme a consensi immaginati e costruiti.

Dettagli: 02/11/2015 · 2205 view

About me

Antonio Picco, blog on-line dal 2003.

Osservatore intransigente della società, critico dell'evoluzione digitale e del suo impatto sulle nostre vite.
Nel mio blog condivido riflessioni inedite sull'evoluzione del digitale e il suo impatto sulla società, con l'obiettivo di scardinare i diktat del pensiero stampato.
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