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L'Europa che ci insegnavano a scuola, tutto sbagliato

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Quando sento parlare delle possibilità che l'Europa offre ai giovani, ripenso sempre a come a scuola ci dicevano sarebbe stato il nostro futuro di cittadini europei. Erano gli anni della firma del trattato di Maastricht (1991), della caduta del Muro di Berlino (1989) e della Convenzione di Schengen (1990). A noi studenti dicevano che avremmo potuto essere impegnati in un soggiorno di studio all'estero, in un clima di amicizia e di serenità. Nei libri di scuola, in attesa dell'entrata in vigore dei trattati europei per la nascita del mercato unico, si leggevano frasi di propaganda come queste:

Cosa comporterà per noi cittadini italiani la scadenza del 1° gennaio 1993? Innanzitutto maggiori opportunità di lavoro e di studio all'estero, poiché i titoli di studio e le abilitazioni professionali saranno validi nell'ambito dell'intera comunità. Inoltre potremo probabilmente usufruire di servizi più efficienti e a prezzi inferiori nel settore bancario e assicurativo, grazie alla concorrenza particolarmente agguerrita delle imprese francesi, tedesche e inglesi. Novità, infine, anche per gli automobilisti; costerà forse meno fare il pieno di benzina; ribasserà l'IVA sulle grosse cilindrate e si potranno acquistare più facilmente le auto giapponesi.

Così rileggo ancora oggi sul libro di educazione civica del liceo: Pier Paolo Bellomi, Remo Galfrè, Nuovo Stato, Società, Risorse, edito da Bompiani nel 1992. Era il futuro roseo di cui tutti ci parlavano e continuano a parlarci nel 2013, con la crisi economica e con una sfiducia crescente nell'Europa e nell'Euro.

Le migliori opportunità i lavoro ci sono state? I prezzi dei servizi bancari e assicurativi sono diminuiti? Costa veramente meno fare il pieno di benzina? E l'IVA?
Ovviamente, no. La disoccupazione è più o meno cresciuta negli stati membri dell'Unione; tranne qualche rara eccezione, non si sono verificate le migliori opportunità di lavoro all'estero promesse; soprattutto, fare il pieno di benzina non costa meno ma, anzi, costa il doppio così come sono aumentati tutti i prezzi col passaggio dalla lira all'euro; infine, l'IVA è addirittura aumentata per esplicita richiesta dell'Europa e nuovi aumenti delle aliquote sono in vista.

Dettagli: 25/03/2013 · 1899 view

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Antonio Picco, blog on-line dal 2003.

Osservatore intransigente della società, critico dell'evoluzione digitale e del suo impatto sulle nostre vite.
Nel mio blog condivido riflessioni inedite sull'evoluzione del digitale e il suo impatto sulla società, con l'obiettivo di scardinare i diktat del pensiero stampato.
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