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Quanta nostalgia in TV!

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In Tv, tante repliche e tanti programmi che guardano con nostalgia a un passato in cui gli italiani erano felici, ma non lo sapevano. Il passato rassicura, perché è passato e ne conosciamo già il finale; il futuro preoccupa e si rivela imprevedibile.

Passato e futuro

I ricordi stanno al passato come i sogni stanno al futuro. Il futuro, però, può generare ansie e nel passato, a volte, si nascondono traumi. Nel mezzo, troviamo il presente, cioè tutto ciò che con noi condivide lo stesso tempo e lo stesso spazio.

Senza memoria probabilmente vivremmo in un presente perpetuo, che si disvela a noi nuovo attimo dopo attimo. Quando sarebbe notte, non avremmo il ricordo della luce del giorno; senza il ricordo della luce del giorno, non sapremmo aspettare l'alba. Forse, senza memoria neanche l'attesa avrebbe significato.

La TV della nostalgia

L'altra sera guardavo in TV lo spettacolo Poco di tanto di Maurizio Battista su Rai2: una serata di immagini, ricordi, testimonianze e riflessioni sull'Italia degli anni Sessanta. Nel mentre, Rai2 mandava la pubblicità del nuovo programma Rai, storie di un'italiana di Maurizio Costanzo e Umberto Broccoli. Ancora un altro programma televisivo di ricordi, filmati d'archivio, testimonianze e aneddoti.

Ancora nostalgia in TV. Al pubblico a casa piace la TV della nostalgia.

Se non sei felice, la colpa è tua

Ricordiamo con nostalgia il passato che avremmo voglia di vivere ancora. È nostalgia dire che una volta si stava bene anche con poco, mentre oggi non stiamo poi così tanto bene pur avendo molto di più.

Per esempio, negli anni Sessanta gli italiani confidavano in una vita più felice con un frigorifero, un televisore, un'automobile ecc., cose che in pochissimi potevano permettersi di avere. A distanza di anni, in tutte le case troviamo un frigorifero e un televisore, ma non tutti sono felici.

È come se la vita - nei panni del Genio della lampada - dicesse a ciascuno: i tuoi desideri sono stati esauditi, ma essere felice o meno dipende solo da te. Quindi, se non sei felice la colpa è tua.

Ecco che con questa consapevolezza la nostalgia si fa rimpianto e diventa sempre più difficile immaginare un futuro diverso.

Conoscere già il finale

Quando ripensiamo a un evento passato, anche se triste, sapere che è passato ci rassicura. Conosciamo già il finale di quelle nostre storie che ripeschiamo dalla memoria. Del futuro, invece, non sappiamo molto, se non che è imprevedibile.

Se il futuro genera ansia e interrogativi insuperabili, la memoria è allora un rifugio. Quando ci rifugiamo nella memoria lo facciamo con nostalgia.

Al pubblico a casa piace la TV della nostalgia perché cerca un rifugio rassicurante nella memoria, personale e collettiva. Il pubblico a casa è consapevole della precarietà del presente e in fuga dalle ansie del futuro, che è imprevedibile nonostante tutto.

Dettagli: 15/05/2020 · 832 view

About me

Antonio Picco, blog on-line dal 2003.

Osservatore intransigente della società, critico dell'evoluzione digitale e del suo impatto sulle nostre vite.
Nel mio blog condivido riflessioni inedite sull'evoluzione del digitale e il suo impatto sulla società, con l'obiettivo di scardinare i diktat del pensiero stampato.
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