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Nel 2020 internet non è necessario: siete voi ad esserne assuefatti

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A fine anno potrei tirare una riga e fare le somme. Invece, punto il dito su ciò che piace a tutti ma non a me.

Fare memoria

L'anno finisce il 31 dicembre per convenzione. Riguardare agli ultimi dodici mesi è un esercizio per la memoria; non ne scrive, però, la storia.

Il tempo ha la forma di una linea, da percorrere in una sola direzione e in un solo verso, positivo e crescente. Il tempo della memoria è sempre il tempo presente: anche quando ripeschiamo un episodio passato, questo è di nuovo parte di noi nell'istante in cui lo ricostruiamo nella mente.

Seguo la direzione del tempo e uso la memoria per scambiarci visioni sul futuro: solo se puoi immaginare, puoi sforzarti di cambiare qualcosa. Vorrei cambiare il futuro in cui sempre più persone vivono in uno stato di torpore perché si informano solo sul web e per questo si dicono libere, cercano sui social network la conferma di esistere, conversano con le app, riducono il significato di tutto a un meme e con i like si credono parte di qualcosa di grande.

Favorevoli al progresso

La nostra cultura vorrebbe ciascuno di noi realizzato secondo le proprie potenzialità, nel rispetto della propria libertà e preservando la totalità di cui è parte. Per cultura siamo favorevoli al progresso. Il progresso è lento, però si manifesta all'improvviso e, quasi da punto in bianco, diventa necessario ciò che prima non c'era (per esempio, il frigorifero o il telefonino).

Necessario oggi è internet, la rete intesa come infrastruttura utilizzata da servizi come il web, la posta elettronica, le applicazioni di messaggistica, la distribuzione di contenuti per l'intrattenimento ecc.

Ne è passato di tempo da quanto era il campo coltivato ad unire gli uomini! Oggi ci unisce internet, superando ogni confine nello spazio e forse anche nel tempo.

Assuefazione

L'utente di internet è bersagliato da stimoli continui: notifiche, e-mail, foto, link, video, meme ecc. In un solo giorno è difficile - se non impossibile - decodificare, assimilare, elaborare e capire la quantità di dati scaricati in 24 ore. L'effetto collaterale della sovrabbondanza di dati e della continua disponibilità all'altro è l'assuefazione. Gli stimoli continui saturano il filtro dell'attenzione per le cose che ci succedono attorno, con il rischio di venire trascinati dalle emozioni, suscitate dagli stimoli esterni, e di non provare sentimenti, mossi dal sentire interiore.

Lo spazio mentale di ciascuno di noi ha dei limiti fisiologici, perché è così che ci siamo evoluti. Non è ancora successo in noi quel qualcosa capace di farci stare al passo con l'attuale offerta di progresso. È corretto, poi, parlare di progresso in questi termini?

Molte persone versano in uno stato di torpore a causa dell'assuefazione.

Per esempio, parliamo di WhatsApp. Io non uso WhatsApp e suggerisco a tutti di non usarlo. Quando tornate a casa e chiudete la porta, non lasciate rientrare in casa attraverso lo schermo del telefonino ciò che avete lasciato fuori.

Dettagli: 31/12/2019 · 576 view

About me

Sono Antonio Picco. Ogni tanto pubblico qualcosa qui, non più tanto spesso, ma mai per caso. Lo faccio dal marzo del 2003.
Da allora, ho mantenuto lo stesso approccio al Web, nonostante gli effetti nocivi che la società ha riversato sulla Rete in modo entusiastico e incontrollato.
Scrivo soprattutto per commentare le dinamiche del Web e dei social network, i discorsi impegnati, gli spot pubblicitari e il desiderio obbligatorio di spettacolarizzazione dell'osceno che deve piacere anche a te, se già piace a tutti gli altri.