Le parole sono di tutti e le opinioni si condividono

Cerca per parola:  

Sei qui: Home > La pubblicità Sì con riso senza lattosio fa discutere

La pubblicità Sì con riso senza lattosio fa discutere

550 (26K)

Gli spot dei prodotti Sì con riso senza lattosio stanno infestando i palinsesti TV. A chi sono rivolti?

Dottor Scotti

Gerry Scotti era perfetto come testimonial del riso Scotti. Immancabile la telefonata del dottor Scotti alla fine dello spot per chiarire che Gerry Scotti e Scotti - quello del riso - non erano la stessa persona.

Da qualche giorno la Scotti è tornata in TV con una nuova serie di spot per la linea Sì con riso senza lattosio, pensata per prodotti fatti con il riso, ma senza lattosio (ovviamente).

I video degli spot sono anche su YouTube dai primi giorni di agosto sul canale Risoscotti. Leggete i commenti.

Qual è il target?

Ho intercettato lo spot in TV una prima volta, poi una seconda e ad un certo punto quegli spot erano ovunque. A chi è rivolta la pubblicità di quei prodotti che al senza qualcosa antepongono il qualcosa?

Prima c'è il Sì con riso e solo dopo troviamo il senza lattosio.

Ci sono i ragazzi - maschi e femmine - che ballano e cantano un jingle rappato. Qualcuno ha anche le braccia tappezzate di tatuaggi.

La linea di prodotti senza lattosio è sicuramente indirizzata agli intolleranti al latte e, infatti, c'è il bollino dell'apposita associazione. Di sicuro, la pubblicità è volta a convincere anche i più delicati ed esigenti, quelli che preferiscono gli ingredienti che non ci sono a quelli che ci sono.

I siti specializzati in pubblicità parlano della campagna sui social per reclutare i protagonisti dello spot. Lo scopo era avvicinare il consumatore al promotore. I giovanissimi sono convinti di diventare personaggi famosi se diventano famosi: cioè, sperano di essere scoperti dal pubblico, di essere amplificati dai follower e dai like per diventare come i personaggi famosi.

Ma il RAP?

Non è proprio vero RAP. Il jingle ammicca al RAP, come quello della pubblicità di Muu Muu, quello della mucca con gli occhiali.

Da quando in Italia il RAP è stato usato per la pubblicità dei prodotti per l'infanzia, il RAP in Italia ha perso tutto il suo slancio originario. Tra parentesi, la cosa peggiore - secondo me - è il RAP con verso dattilico invece del verso giambico.

I ragazzi dello spot si trovano in una specie di sala prove, come nel telefilm Saranno famosi e si dimenano gioiosamente. Il testo della canzoncina (il jingle) elenca le principali caratteristiche dei nuovi prodotti: la crema spalmabile, le barrette, gli snack ecc.

Il jingle si fa ricordare quasi immediatamente.

La funzione vera della pubblicità

Cito questa frase da Michele Rizzi, La pubblicità è una cosa seria:

La funzione vera della pubblicità consiste nel vestire gli oggetti esistenti con significati simbolici, unendo alla loro funzione pratica [...] un valore linguistico di comunicazione sociale e - in senso antropologico - culturale.

I ragazzi nella sala prove che danzano sulle note del jingle RAP (hip-hop) non sono necessariamente i consumatori tipici ai quali sono rivolti i prodotti senza lattosio; la loro funzione è connotare il prodotto, dare un'immagine alla crema spalmabile senza lattosio, ai cracker o agli snack che non vediamo direttamente.

Non ci viene mostrata la crema, ma il barattolo della crema; non vediamo i cracker (se non per un attimo quando un ragazzo ne addenta uno), ma la confezione dei cracker. La pubblicità ci vuole far vedere l'etichetta per riconoscerla subito al supermercato: la crema, i cracker, gli snack di fuori sono come gli altri e la differenza non si vede ad occhio nudo, ma leggendo l'etichetta.

Allo stesso modo, i ragazzi sono ragazzi comuni (ordinari), ma diventano speciali quando appaiono in video con la maglietta Sì con riso senza lattosio.

È l'immagine di te dentro uno schermo a renderti speciale. Diventi speciale quando in video gli altri vedono la tua immagine.

Dettagli: 16/08/2019 · 2862 view

About me

Sono Antonio Picco. Ogni tanto pubblico qualcosa qui, non più tanto spesso, ma mai per caso. Lo faccio dal marzo del 2003.
Da allora, ho mantenuto lo stesso approccio al Web, nonostante gli effetti nocivi che la società ha riversato sulla Rete in modo entusiastico e incontrollato.
Scrivo soprattutto per commentare le dinamiche del Web e dei social network, i discorsi impegnati, gli spot pubblicitari e il desiderio obbligatorio di spettacolarizzazione dell'osceno che deve piacere anche a te, se già piace a tutti gli altri.