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Gli EGO 3, la solitudine, la fuga e un palco per provare a cambiare il mondo

I testi rabbioso e i suoni spigolosi degli EGO 3, ma per cambiare il mondo o, almeno, per provarci il posto migliore è sul palco.
EGO 3
Gli EGO 3 sono Jonathan Banchetti ( voce e chitarra), Emanuel Accattoli (batteria) e Alessandro Carletti (basso). Il loro primo album è Fuga, realizzato con la collaborazione del pianista Mattia Ruginano, il quale ha - inoltre - composto il brano Azione e reazione, contenuto nell'album.
Nel 2017 si presentano ad Area Sanremo arrivando in semifinale con la canzone Sono l’unico. Attualmente gli EGO 3 sono impegnati nello scrivere nuovi pezzi e promuovere il loro primo album in giro per l'italia.
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Sono l'unico
Nel video appare in primo piano la figura di una chiocciola, oltre la quale si spia nella sala di registrazione dove gli EGO 3 sono impegnati a suonare.
In Sono l'unico irrompe lo sfogo del tutto personale di un Io colto nel momento in cui si contrappone a se stesso, non trovando angoli di convergenza con l'Altro. Da ciò, scaturisce la constatazione di una solitudine non violenta e dell'incapacità di essere felice, proprio per non riuscire a trovare spazi o realtà che facciano sentire felice.
L'atmosfera di Sono l'unico e delle altre canzoni di Fuga sembra lontana dal delirio grossolano che funziona oggi. Ricorrono nei testi le parole vita di merda e l'esistere è ciò che di più lontano è dalla vita.
L'intervista
Con uno scambio di e-mail, gli EGO 3 hanno risposto ad alcune domande.
La musica è ancora un fenomeno, l'apparizione di un qualcosa a cui non si può arrivare direttamente: l'esperienza, le aspettative, la rabbia, l'amore, la vita ...
Cosa fare con tutto questo? Magari, desiderare di cambiare il mondo e per poterlo fare - dicono gli EGO 3 - bisogna stare su un palco.
- La solitudine: ci si ritrova soli o si decide di essere soli?
A volte ci si isola, a volte si viene isolati. Ma tra l'avere un atteggiamento solitario ed essere soli ci passa, se non un mare, almeno un fiume.
L'uomo è un animale sociale, e una sana interazione con gli altri ci fa sentire bene. È quando l'interazione con altri individui non è sana o soddisfacente, che si finisce per sentirsi soli e isolati.
L'eremita, il saggio della montagna, loro sì, decidono di essere soli, ma spesso la loro solitudine è per cercare una comunione con qualcosa di “più grande”, almeno secondo loro; mentre chi non riesce ad interagire in modo sano con gli altri (per un motivo o per un altro, non è detto che sia nel torto) o viene messo da parte, si sente veramente solo.
Quindi ci si ritrova soli, per un motivo o per un altro, nella stragrande maggioranza dei casi.
- In fondo, per essere felici basta non cercare l'autoconsapevolezza?
Niente di più sbagliato!
Dove non c'è autoconsapevolezza e intelligenza ci sta la paura e il terrore, con tutti i sottoprodotti (superstizione, pregiudizio, e via discorrendo) annessi.
Essere autoconsapevoli probabilmente è il primo passo per essere felici, il secondo forse è cercare non la “felicità”, ma ciò che ci soddisfa. Se facciamo e ci impegniamo in una cosa che ci piace, che sia uno sport, un lavoro particolare, dipingere o suonare, ci sentiamo soddisfatti, pieni, e quindi felici.
Se a volte la nostra consapevolezza ci fa sentire depressi è perché non impieghiamo o non riusciamo ad impiegare le nostre energie e volontà in un modo soddisfacente per noi stessi, più che altro.
- Il Web è il mezzo principale per la diffusione della musica e, almeno sulla carta, concede a tutti le stesse possibilità. La diffusione delle tecnologie digitali ha anche comportato una maggiore capacità di espressione di dissenso e di consenso: non chiamarsi fuori dal ruolo dei nuovi media gratifica facendoti sentire parte di qualcosa di più grande. Anche pubblicare la musica sul Web riesce a farti credere di poter fare grandi cose e di cambiare il mondo?
Il web per noi è più una necessità che una scelta. Il nostro bassista non ha nemmeno Instagram se è per questo!
Siccome c'è e tutti gli altri lo usano, siamo costretti anche noi a dover sfruttare questo mezzo: un po' come vivere in collina ed evitare di prendere l'automobile non per mancanza di soldi, ma per partito preso, non potendo andare fuori città per cercarsi un lavoro.
Tutti mettono da ben prima di noi canzoni su ogni genere di piattaforma digitale, e sinceramente questa grande saturazione impedisce di emergere dal Web stesso senza particolari caratteristiche, spesso totalmente all'infuori dal concetto di musica.
Per cambiare il mondo è decisamente meglio un palco.
Fuga
Ascolta gli altri brani dell'album su Spotify.
About me
Antonio Picco, blog on-line dal 2003.
Osservatore intransigente della società, critico dell'evoluzione digitale e del suo impatto sulle nostre vite.
Nel mio blog condivido riflessioni inedite sull'evoluzione del digitale e il suo impatto sulla società, con l'obiettivo di scardinare i diktat del pensiero stampato.
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