Le parole sono di tutti e le opinioni si condividono

Cerca per parola:  

Sei qui: Home > Il mio ricordo del Basic e dell'Olivetti PC 128

Il mio ricordo del Basic e dell'Olivetti PC 128

olivetti-pc128-00 (24K)

Guardando la tecnologia di oggi con gli occhi di me bambino nel 1990.

Un po' di storia

olivetti-pc128-01 (35K)

L'Olivetti PC128 è arrivato a casa mia nel 1990, qualche anno dopo la sua prima uscita sul mercato. Il computer era venduto assieme a un corso di Basic, che frequentavo dal settembre al novembre dello stesso anno, ogni giovedì dalle 19 alle 21. Per me, che allora non avevo ancora compiuto 12 anni, voleva dire perdermi l'inizio dei documentari di Piero Angela sul corpo umano che andavano in onda proprio il giovedì sera su Rai1.

Dicevano che avendo già studiato un po' di inglese dalla terza elementare ero avvantaggiato nell'imparare le istruzioni del Basic. Naturalmente non era vero e, forse, serviva a convincere i miei a comprare il corso e il computer.

A fine corso, il 29 novembre 1990, c'era l'esame: dato il codice di un programma in Basic trovare gli errori nascosti e correggerli, senza usare il computer. Io ricordo di aver trovato 8 errori ma per me erano tutti syntax error. Qualche mese dopo mi arrivava a casa il diploma di operatore in linguaggio Basic. Che dite, fa curriculum?

Il Basic

Il Basic è il primo linguaggio di programmazione che ho conosciuto. Poi, al liceo si usava il Pascal che non mi è mai piaciuto. Successivamente all'università ho preparato l'esame di informatica in Java, che mi piaceva ancora meno perché lo paragonavo al Basic, duramente disprezzato nel libro di Java a causa della sua logica a spaghetti.

Il primo programma in Basic dava già molte soddisfazioni:

10 CLS
20 PRINT "HELLO WORLD"
30 END

Questo semplice programma faceva apparire sullo schermo la scritta HELLO WORLD.

Nel mio libro di scienze che usavo alla scuola media trovavo, alla fine di alcuni capitoli, dei programmi in Basic. Con tanta pazienza, se volevo divertirmi con il mio Olivetti PC 128, dovevo trascrivere al computer, riga per riga, quelle lunghe liste di codice. Immancabilmente dopo aver dato il comando RUN, che faceva eseguire il programma, i messaggi di errore mi costringevano a tornare indietro sul codice. Capitava di perdere delle ore senza godere di alcun risultato.

128 KB di RAM

olivetti-pc128-03 (41K)

La sigla PC 128 significava che era un personal computer dotato in un unico blocco di tastiera, scheda madre, registratore per le cassette e l'alloggiamento per le cartucce. Le cassette non servivano per dare un sottofondo musicale ma per salvare i dati, al posto dei floppy disc. Il numero 128 indicava la memoria RAM che era, appunto, di 128 KB. Oggi le schede SIM del telefonino hanno una memoria di 128 KB.

Si collegava alla TV

olivetti-pc128-04 (21K)

Il computer, che costava all'epoca sulle 700 mila lire, non aveva un monitor e si collegava alla TV di casa. Digitando il canale 36 si poteva usare il computer. Purtroppo io non avevo e non riuscivo a trovare i giochi per l'Olivetti PC 128.

La schermata iniziale proponeva un menù con davvero poche scelte: due versioni di Basic e una specie di pannello di controllo.

Non c'erano finestre di dialogo, pulsanti da cliccare e - anzi - non c'era neanche il mouse di serie. A scelta, però, si poteva acquistare una penna ottica. Quindi, per selezionare qualcosa ogni scelta era associata a un numero da digitare sulla tastiera.

La rivoluzione sociale e il computer

Già nei libri del 1990 leggevo di computer connessi in rete e di Modem da collegare alla linea telefonica. La prima volta che ho usato Internet è stata nel febbraio del 1997 nel laboratorio di informatica del liceo, quando noi della classe visitavamo il sito del Louvre per programmare la nostra gita a Parigi.

I computer del laboratorio di informatica erano molto diversi dal mio Olivetti PC 128 che, ormai, non usavo più. Erano dei computer Apple e tutti avevano il monitor, con pochi pollici, molto ingombranti e in bianco e nero. L'uso comune dei computer era quello della macchina per scrivere, se si aveva a disposizione una stampante.

La prima diffusione di Internet e di sistemi operativi pensati per Internet, come Windows 98, accadeva negli stessi anni in cui tutti compravano un cellulare. Erano tecnologie costose, sia per il prezzo delle apparecchiature, sia per le tariffe telefoniche.

Nel tempo, i computer, l'uso di Internet e i telefoni cellulari sono diventati meno costosi pur aumentando le prestazioni.

La diffusione della tecnologia ci permette di comunicare con un gran numero di persone senza tanti problemi di compatibilità delle nostre apparecchiature. Ai tempi dell'Olivetti PC 128 non era possibile, almeno nella dimensione in cui è considerato normalità oggi.

La rivoluzione è anche sociale perché, come la televisione, l'usabilità del computer da parte di tutti senza una particolare preparazione tecnica ne ha permesso la diffusione e il successo di mercato. Da sostituto della macchina per scrivere, il computer è diventato uno strumento indispensabile e ha cambiato anche il nostro modo di vedere le cose. Infatti, lo sviluppo delle interfacce grafiche ha negli anni sviluppato la nostra capacità di apprendere attraverso gli occhi, ma ha anche ridotto le nostre banche dati minime: le tabelline col tempo si dimenticano, agli errori di ortografica ci pensa il correttore automatico, i numeri di telefono sono memorizzati nelle rubriche digitali e c'è anche chi ha smesso di scrivere a mano.

Dettagli: 07/01/2017 · 1783 view

About me

Sono Antonio Picco. Ogni tanto pubblico qualcosa qui, non più tanto spesso, ma mai per caso. Lo faccio dal marzo del 2003.
Da allora, ho mantenuto lo stesso approccio al Web, nonostante gli effetti nocivi che la società ha riversato sulla Rete in modo entusiastico e incontrollato.
Scrivo soprattutto per commentare le dinamiche del Web e dei social network, i discorsi impegnati, gli spot pubblicitari e il desiderio obbligatorio di spettacolarizzazione dell'osceno che deve piacere anche a te, se già piace a tutti gli altri.