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Il link ti incuriosisce e ti vien voglia di cliccare ma è un'esca. Io non ci casco e faccio così

click-baiting-evitare (24K)

La tecnica del click-baiting e i link usati come esca per catturare sempre più click. I miei metodi per non cadere nella trappola.

Link a pesca di click

Avrete sicuramente trovato condiviso nella vostra timeline un link e vi sarà capitato di essere incuriositi dal visitare quella pagina, perché le sole (poche) parole del titolo e della descrizione non danno tutte le informazioni utili a capirne il senso o perché lo stesso titolo invita a cliccare sul link per scoprire i dettagli, anche piccanti.

Ad esempio oggi, sulla home page di un noto sito di informazione on-line, si possono trovare articoli con titoli del genere: La star mondiale e il selfie hot: la riconoscete?, oppure Loredana Lecciso, furia contro i social: sporge denuncia, ecco cosa le è successo, ma anche Cher, i giornali la danno malata e morente: lei dopo il malore si fa vedere così.

I titoli di questi articoli sono costruiti secondo lo stesso identico schema e di una notizia se ne dà solo la metà, quella che basta per far abboccare il lettore: si tratta - appunto - di un'esca e si chiama click-baiting.

Infatti, se rileggiamo i titoli appena riportati, capiamo che per riconoscere il selfie hot della star mondiale dobbiamo prima vederlo e, per vederlo, dobbiamo cliccare sul link perché l'immagine di anteprima non lascia sapientemente vedere nulla; per soddisfare il nostro diritto all'informazione, per sapere che cosa sia successo a Loredana Lecciso dobbiamo per forza cliccare e leggere; allo stesso modo, per essere aggiornati sullo stato di salute di Cher, il solo titolo non basta e bisogna cliccare.

Lo fanno di proposito

La tecnica del click-baiting è usata dai siti di informazione on-line per attirare i click dei lettori. In questo modo, aumentano le visite alle loro pagine, dove trovano ampio spazio le inserzioni pubblicitarie.

Le inserzioni pubblicitarie nelle pagine web rendono al sito che le pubblica in proporzione al numero di volte in cui sono visualizzate, cioè al numero di volte che le stesse pagine web sono visitate e, quindi, al numero di click.

La tecnica del click-baiting trova il suo terreno di gioco proprio nei social network, dove ciascun link mira a diventare virale.

Fastidiosi come lo spam

Personalmente, trovo quei link fastidiosi al pare dello spam, ma non colpevolizzo e non critico chi condivide quegli stessi link.

Col tempo ho imparato a riconoscerli e ad evitare di cliccare su quei link anche se ne sono incuriosito, perché non voglio dare soddisfazioni ai siti che usano la tecnica del click-baiting per incrementare le visite e monetizzare le inserzioni pubblicitarie.

Come evitare di cliccare

Quando incontro nella timeline di Facebook o di Twitter uno di questi link, riconosco che si tratta di un'esca e se il contenuto mi incuriosisce evito di cliccare sul link, aggirando l'esca in due modi:

  • leggo i commenti sotto il link lasciati da chi ci ha cliccato prima di me;
  • cerco su Google la notizia sperando di leggere maggiori dettagli nelle descrizioni dei risultati della ricerca.

In entrambi i modi, evito di cliccare sul link e di essere catturato come un pesce.

Leggere i commenti

Diamo per scontato che il link appaia nella timeline di un social network. A volte, questi link compaiono come contenuto sponsorizzato e, quindi, tutti possono commentare, siccome i commenti ne aumentano la visibilità. Per saggiare la bontà dell'articolo, occorre non trovare tra i commenti espressioni come ho perso tempo a leggere tutto l'articolo, chi scrive questi articoli dovrebbe vergognarsi, tempo perso e simili.

In questo modo, evito di cliccare sul link che è un'esca e vado avanti per la mia strada.

La ricerca su Google

Se una notizia è virale, trova spazio su molti siti che spesso si copiano fra di loro. Cercando su Google, c'è il vantaggio di leggere tra i risultati della ricerca non solo il titolo dell'articolo ma anche una descrizione un po' meno stringata, oppure titoli diversi e meno misteriosi, oppure ancora un'immagine.

Anche in questo modo, evito di cliccare sul link e di cadere nella trappola del click-baiting, ma appago la mia curiosità.

Nota

Anche il titolo di questo scritto usa la tecnica del click-baiting.

Dettagli: 22/06/2016 · 1531 view

About me

Sono Antonio Picco. Ogni tanto pubblico qualcosa qui, non più tanto spesso, ma mai per caso. Lo faccio dal marzo del 2003.
Da allora, ho mantenuto lo stesso approccio al Web, nonostante gli effetti nocivi che la società ha riversato sulla Rete in modo entusiastico e incontrollato.
Scrivo soprattutto per commentare le dinamiche del Web e dei social network, i discorsi impegnati, gli spot pubblicitari e il desiderio obbligatorio di spettacolarizzazione dell'osceno che deve piacere anche a te, se già piace a tutti gli altri.