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A chi giova lo stop dell'Auditel?

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L'Auditel funziona se nessuno sa l'identità delle persone che compongono il campione di telespettatori. Un pasticcio mette in crisi il sistema. A noi, che importa?

Che cosa è successo

Come riporta un articolo su ansa.it, un errore da parte dello staff dell'Auditel ha violato la segretezza dei nomi dei telespettatori scelti per rappresentare l'intero pubblico televisivo italiano.

Per ridare credibilità al sistema, quindi, l'Auditel ha deciso di azzerare il campione e di bloccare la diffusione dei dati di ascolto per 14 giorni. I dati - riporta l'Ansa - saranno rilevati e comunicati alle emittenti ma non divulgate a noi comuni telespettatori, vicini e lontani.

A noi, che non contiamo niente, importa qualcosa? Direi di sì, ma non perché a noi interessi sapere quale programma tv ha vinto la serata.

Che cosa è l'Auditel

Leggiamo sul sito auditel.it che l'Auditel è la fonte autorevole e imparziale dei dati che fotografano, 24 ore su 24, minuto per minuto,tutta la tv.

Inoltre, Auditel spiega che la misurazione degli ascolti è un elemento fondamentale per la pianificazione degli spazi pubblicitari, risorsa di cui la tv vive.

La misura è fatta su un campione di famiglie, in rappresentanza dell'intero pubblico televisivo italiano. A queste famiglie viene consegnata una macchinetta che registra che cosa in quella casa si sta guardando in tv. Ovviamente, per non condizionare i risultati, nessuno conosce chi siano quelle famiglie, almeno fino ad oggi.

Noi scegliamo veramente che cosa guardare in tv?

Vi ricordate che cosa cantava il Telegattone nella sigla di Superclassifica Show negli anni 80?

Barbara Streisand ed anche Frank Sinatra
sono una mia trovata;
senza me Claudio Cecchetto
non sarebbe che un pupetto

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Il Telegattone, per gli amici Oscar, non nasconde il potere della tv, senza la quale persino miti indiscussi come Frank Sinatra e Barbara Streisand non sarebbero nessuno; anche Claudio Cecchetto - all'epoca inventore di talenti - perde tutta la sua importanza senza la tv.

Viene da dire che noi telespettatori non scegliamo che cosa guardare ma solo se guardare o meno le cose che la tv decide di proporci.

Agenda setting

Il problema era noto già da tempo come agenda setting. È la tv stessa che propone e impone la lista dei temi e dei fatti di cui parlare e su cui dobbiamo farci un'opinione. Quindi, i telespettatori conoscono solo ciò che la tv mostra e ignorano ciò che non vedono (in linea generale). Inoltre, se neanche la tv ne parla, perché un fatto dovrebbe essere interessante?

Pensate che solo perché ne parla la tv, anche il Grande Fratello diventa argomento di discussione.

Che cosa succederebbe senza i dati Auditel?

La diffusione dei dati d'ascolto serve a giustificare la messa in onda dei programmi tv, almeno in linea generale. Se nessuno guarda quel talk-show, perché continuare a trasmetterlo (e a mantenerlo coi soldi del canone, ad esempio)? La scelta del pubblico senza la diffusione dei dati d'ascolto rimarrebbe ininfluente e la tv sarebbe il mezzo perfetto per la propaganda.

Propaganda e pubblicità

Nel sito di Audiel abbiamo letto che i dati d'ascolto sono utili per la pubblicità, di cui la tv vive.

La pubblicità ha lo scopo di condizionare i nostri comportamenti: compra questo, compra quello, fai così ecc.

La propaganda, invece, è lo strumento del potere per condizionare le coscienze ed è molto più pericolosa della pubblicità.

Dettagli: 17/10/2015 · 1294 view

About me

Antonio Picco, blog on-line dal 2003.

Osservatore intransigente della società, critico dell'evoluzione digitale e del suo impatto sulle nostre vite.
Nel mio blog condivido riflessioni inedite sull'evoluzione del digitale e il suo impatto sulla società, con l'obiettivo di scardinare i diktat del pensiero stampato.
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