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Le tariffe telefoniche all'esame di maturità promosse o bocciate?

Il problema sulle tariffe telefoniche della prova scritta di matematica dell'esame di maturità è l'occasione per fare due conti su come spendiamo per telefonare.
Paghi se consumi ma anche se non consumi
Alcuni piani tariffari propongono prezzi bassi per le telefonate e gli sms a fronte di un contributo fisso, mensile o settimanale, che viene addebitato in ogni caso, sia quando usi il telefono, sia quando lo tieni spento, purché ci sia credito.
Quando pagare meno non vuol dire risparmiare
Il consumatore è, così, portato a usare di più il telefono perché il prezzo al minuto o al singolo sms è minore, quando viene addebitato il contributo fisso.
Però, usare con più facilità il telefono non vuol dire risparmiare. Occorre distinguere quando la telefonata è utile da quando non lo è veramente, ma si telefona solo perché costa poco.
Che costa poco non vuol dire che è gratis. Se aggiungiamo la non stretta necessità della telefonata che facciamo solo perché ci costa poco, il discorso cambia: in realtà, vuol dire spendere quando non servirebbe.
Guardiamo il grafico
La prova d'esame chiedeva al candidato di disegnare il grafico della spesa totale mensile f(x) e del costo medio al minuto g(x), per il piano tariffario con un costo fisso mensile di 10 euro e di 0,10 euro al minuto.
La spesa totale mensile ha un andamento crescente con i minuti di telefonate che facciamo.
Il costo medio al minuto, invece, è maggiore se telefoniamo per pochi minuti, e minore nel caso in cui telefoniamo per molti minuti. Si vede che il peso del contributo fisso di 10 euro è maggiore quando usiamo poco il telefono, mentre diventa via via trascurabile all'aumentare dei minuti passati al telefono.
Questo ci spinge a telefonare di più solo per ammortizzare il contributo fisso dei 10 euro, ma non è detto che le telefonate in più che facciamo siano davvero utili.
Cambiare operatore non cambia le tue telefonate
Quando cambi la marca di pasta, cambia anche il sapore di ciò che mangi. Però, quando cambi l'operatore del tuo telefono, non cambi il tono o la qualità delle telefonate che fai e che ricevi; cambiare operatore vuol dire solo cambiare l'ente a cui paghi la bolletta.
È meglio la tariffa al consumo
Per la mia esperienza, preferisco la tariffa al consumo, senza alcun contributo fisso. Per gli stessi motivi, non ho più attivato le solite promozioni natalizie sugli sms, per esempio, perché in confronto a come uso io il telefono mi risulta più conveniente pagare solo quando consumo, anche se la tariffa al minuto o al singolo sms è maggiore.
About me
Antonio Picco, blog on-line dal 2003.
Osservatore intransigente della società, critico dell'evoluzione digitale e del suo impatto sulle nostre vite.
Nel mio blog condivido riflessioni inedite sull'evoluzione del digitale e il suo impatto sulla società, con l'obiettivo di scardinare i diktat del pensiero stampato.
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