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Maltempo, colpo di coda dell'inverno o cambiamento climatico?

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Il maltempo fa notizia e crea allarmismo, però non è corretto parlare di cambiamento climatico.

Il maltempo di cui parlano i tg in questi giorni, invece, non è più il colpo di coda dell'inverno ma il terribile effetto annunciato del cambiamento climatico. Il colpo di coda dell'inverno è la percezione soggettiva di un rincrudimento del freddo dopo le prime giornate di sole di fine febbraio. Il terribile effetto del cambiamento climatico, invece, è la prova oggettiva di una teoria scientifica sul clima.

La teoria del cambiamento climatico

Le attività dell'uomo, le emissioni di CO2, la deforestazione e l'inquinamento sono, per gli scienziati, le cause del cambiamento climatico e del surriscaldamento globale, cioè dell'aumento della temperatura del Pianeta, con effetti distruttivi visibili: tempeste, forti temporali, nevicate, ondate di caldo eccezionale, piogge, alluvioni ecc. Sulla scorta di osservazioni e misurazioni, negli ultimi decenni gli scienziati hanno studiato i possibili risvolti sul clima al variare dei parametri considerati, tramite modelli matematici ed elaborazioni statistiche. Però, come riportato su un articolo di Focus, la temperatura globale del Pianeta non è aumentata, smentendo le previsioni e i modelli matematici degli scienziati.

La teoria del cambiamento climatico non è universalmente accettata nella comunità scientifica e gli scettici non mancano. Il dato oggettivo sulla temperatura globale, che di fatto non è aumentata negli ultimi 15 anni, è a supporto degli scienziati più critici nei confronti della teoria del cambiamento climatico.

Tuttavia, dire che il clima sta cambiando è entrato ormai nel linguaggio comune; entrando nell'uso comune, perde il significato scientifico e si eleva a dogma di fede. Nel sensazionalismo dei tg, il cambiamento climatico è il male del secolo. Lo scriveva anche Richard Lindzen, un professore del prestigioso MIT, in questo articolo su The Wall Street Journal nel 2006: tutto, dalle ondate di caldo eccezionale a Parigi alle abbondanti nevicate a Buffalo, è causato dall'uomo che brucia petrolio, gas e carbone. Per Lindzen, dietro il sostegno alla teoria del cambiamento climatico ci sono quei soggetti che traggono un vantaggio nel creare allarmismo anche a discapito di cattive interpretazioni di risultati e dati scientifici, al solo fine di ricevere sovvenzioni per le loro ricerche.

L'allarmismo

L'allarmismo è anche tra i nostri tg, tutti i giorni. La tv e internet ci fanno arrivare tutti i giorni le immagini di eventi atmosferici eccezionali, facendoci vivere quotidianamente nell'ansia che possano accadere anche a noi. Sul sito di tgcom24 sono pubblicate anche le foto e le testimonianze postate sui social network, per chi cerca la gioia di essere un caso umano.

Per l'opinione pubblica, gli alberi dei viali che cadono per il vento sono una causa del cambiamento climatico perché, dicono i testimoni, non si è mai visto un evento simile in passato. Ci credo, dico io: i viali alberati sono da pochi decenni un elemento caratteristico di arredo urbano nelle nostre città e in natura gli alberi non mettono le radici sotto lingue d'asfalto ma nella terra, nel bosco, dove gli alberi non cadono sulle auto in sosta a causa del vento.

Fa notizia il fiume che riversa le sue acque sulle villette e sui capannoni nelle zone produttive da poco costruite sui terreni dove una volta non c'era nulla. Per la gente del posto la causa è da ricercare nel cambiamento climatico perché non ricordano sia mai successo prima. Ci credo, dico io: fino a qualche decennio fa, non c'erano i capannoni e le villette su quei terreni.

Hanno addirittura chiuso le scuole a causa del maltempo, cosa che una volta non succedeva. Quando ero io stesso studente, la scuola non veniva chiusa neanche in caso di terremoto (qui abbastanza frequente). Se c'è il maltempo e chiudono le scuole, non è a causa del cambiamento climatico, dico io: rispetto ad alcuni decenni fa, il numero totale di studenti è molto superiore e gli studenti che si muovono ogni mattina per andare a scuola impegnano le strade, costituendo pericolo e intralcio. Per visualizzare l'impatto sul traffico dovuto agli studenti, pensiamo a come siano più scorrevoli le strade nei mesi estivi quando le scuole sono chiuse. Se c'è l'allerta meteo e chiudono le scuole, la causa è del sindaco che mette le mani avanti per evitare polemiche in caso di incidenti.

Cenni storici

Per esempio, nel 1971 non si parlava ancora di cambiamento climatico quando ci fu l' ondata di freddo a marzo. Le cronache del tempo parlano di un fine febbraio con temperature gradevoli ma di un inizio di marzo con la neve persino a Palermo. Insomma, quasi come quest'inizio di marzo del 2015. Siamo sicuri che il clima sia davvero cambiato?

Dettagli: 06/03/2015 · 1592 view

About me

Antonio Picco, blog on-line dal 2003.

Osservatore intransigente della società, critico dell'evoluzione digitale e del suo impatto sulle nostre vite.
Nel mio blog condivido riflessioni inedite sull'evoluzione del digitale e il suo impatto sulla società, con l'obiettivo di scardinare i diktat del pensiero stampato.
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