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La pubblicità Natale Vodafone 4G e la minaccia del cyberbullismo
Vodafone mostra in pochi secondi cosa sia la reputazione on-line e come funziona il cyberbullismo nel nuovo spot natalizio della rete 4G.
Cercando il nome di una persona su Google, il motore di ricerca non restituisce più tutti i risultati della ricerca possibili e immaginabili, ma solo alcuni, nascondendo gli altri e avvisando che alcuni risultati possono essere stati rimossi nell'ambito della normativa europea sulla protezione dei dati.
Come si legge sulla pagine delle domande frequenti di Google, gli utenti hanno il diritto di chiedere ai motori di ricerca di rimuovere i risultati relativi a chiavi di ricerca che includono il proprio nome. La stessa tutela non è assicurata se eseguiamo la ricerca tra i nostri contatti e lo spot di Vodafone ce lo mostra seppur in modo ironico e scherzoso.
La ragazzina invia uno scatto rubato di Jack alle sue amiche, probabilmente tramite una famosa applicazione di messaggistica. Le amiche si esprimono subito e per quasi tutte è un sì, come nei talent show. Però, arriva immediato un no con allegato un video che ritrae il giovanotto in una situazione apparentemente scabrosa.
La reputazione di Jack è ormai brutalmente rovinata agli occhi della ragazza che finirà la serata abbuffandosi di panettone e inviando stupidi messaggi alle amiche sceme che ha.
Lo spot mostra con un esempio la minaccia concreta del cyberbullismo. Infatti, far circolare delle foto spiacevoli o inviare mail contenenti materiale offensivo può costituire un danno psicologico.
Allora, state attenti e non fate come la ragazza protagonista dello spot e le sue amiche sceme.
Questo è il video dello spot, in onda in questi giorni.
About me
Sono Antonio Picco. Ogni tanto pubblico qualcosa qui, non più tanto spesso, ma mai per caso. Lo faccio dal marzo del 2003.
Da allora, ho mantenuto lo stesso approccio al Web, nonostante gli effetti nocivi che la società ha riversato sulla Rete in modo entusiastico e incontrollato.
Scrivo soprattutto per commentare le dinamiche del Web e dei social network, i discorsi impegnati, gli spot pubblicitari e il desiderio obbligatorio di spettacolarizzazione dell'osceno che deve piacere anche a te, se già piace a tutti gli altri.
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