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Di cattivo gusto la pubblicità dei farmaci per i bambini
Uno spot promosso dall'AIFA, l'Agenzia Italiana del Farmaco, invita i grandi a rivolgersi al pediatra prima di somministrare ai bambini i farmaci prescritti normalmente agli adutli. Dice:
Se ti sta a cuore la loro salute, il senso della misura non basta.
Mi sono chiesto il perché di una pubblicità così, quando già sul foglietto illustrativo che accompagna tutti i farmaci c'é scritto se è adatto ai bambini e con quale posologia. Per i farmaci meno complicati, quelli per i quali si possono fare gli spot in tv, c'è sempre la vocina che in tutta velocità spiega che non è adatto ai bambini, eventualmente.
La legge vieta di fare pubblicità ai farmaci; per arginare il divieto, alcune Case farmaceutiche si sono inventati gli spot per invitare il potenziale paziente a rivolgersi al medico che gli prescriverà con tutta probabilità proprio quel loro farmaco: per esempio, per la cura dell'eiaculazione precoce, lo spot con i due fiammiferi che tutti abbiamo visto.
Analogamente, si può pensare che con questo spot si voglia conquistare una nuova fetta di mercato, quello dei più piccoli, facendo leva sull'affetto dei genitori o dei nonni verso i bambini e mettendo in loro la paura di causare danni irreparabili alla salute dei più piccoli per aver dato loro mezza tachipirina.
Il video è pubblicato sul canale dell'Ufficio stampa del Ministro Lorenzin e come didascalia riporta:
Per bambini e anziani bisogna promuovere la sperimentazione per farmaci a loro dedicati.
Cosa vuol dire? Forse adesso diamo ai bambini i farmaci ad occhio? Quale genitore darebbe al figlio dei farmaci per loro pericolosi?
A mio parere, se la legge vieta di fare la pubblicità ai farmaci allora è giusto rispettare questa disposizione, senza arginare il divieto in modo cavilloso. Inoltre, ogni farmaco è già accompagnato dal foglietto illustrativo. Trovo di cattivo gusto - tanto che la legge lo vieta - usare i buoni sentimenti dei grandi verso i bambini per pubblicizzare qualcosa.
Mi viene il sospetto che si tratti di un favore alle ditte farmaceutiche e alla classe medica. Invito ad andare a fondo nel significato reale di questa campagna.
Di seguito, il video dello spot.
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Sono Antonio Picco. Ogni tanto pubblico qualcosa qui, non più tanto spesso, ma mai per caso. Lo faccio dal marzo del 2003.
Da allora, ho mantenuto lo stesso approccio al Web, nonostante gli effetti nocivi che la società ha riversato sulla Rete in modo entusiastico e incontrollato.
Scrivo soprattutto per commentare le dinamiche del Web e dei social network, i discorsi impegnati, gli spot pubblicitari e il desiderio obbligatorio di spettacolarizzazione dell'osceno che deve piacere anche a te, se già piace a tutti gli altri.
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