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Twitter ha 7 anni ma alcuni utenti l'hanno rovinato
Oggi twitter compie 7 anni, tanti ne sono passati dal primo tweet di prova postato da Jack Dorsey, uno dei fondatori di twitter.
Io mi sono iscritto il 21/05/2009 quando twitter ancora non era disponibile in italiano e non esisteva neanche il tasto retweet; solo nell'aprile 2009, inoltre, twitter aveva introdotto la lista dei temi di tendenza, cioè i trending topics. Di twitter si era subito capito cosa lo distingueva da facebook, online già dal 2004: contenuti pubblici (come impostazione di base) e in tempo reale.
La critica che oggi faccio a twitter è la gestione dei temi di tendenza. Nel panorama vastissimo di twitter ciò
di cui sta parlando la maggioranza degli utenti e l'algoritmo che compila la lista delle tendenze sono una dimostrazione
della potenzialità del mezzo, fino a quando non vi siano influenze sul risultato: così, gli utenti - ma anche il
mondo intero, il world wide web - prendono consapevolezza di un interesse reale condiviso, non alterato da pubblicità
o da interessi predominanti.
Oggi i temi di tendenza, secondo me, hanno perso quel valore di un tempo. Infatti, a prevalere sono la pubblicità
e gli interessi predominanti che fanno twittare un tema per mandarlo in cima alla lista e portarlo agli occhi di tutti.
L'utente che reclama la paternità di una tendenza, poi, si riempie di orgoglio e questo accresce la sua autostima;
quindi, è diffusa tra gli utenti l'abitudine di lanciare e spingere il tema che sta loro a cuore, trascinando i propri
followers.
Credo sia chiara la differenza tra:
- conoscere il tema su cui gli utenti stanno twittando di più (interconnessione partecipativa);
- prendere atto del tema che alcuni utenti vogliono portare a nostra conoscenza (mera pubblicità, spam il più delle volte).
Ci accorgiamo della differenza quando in cima alle tendenze troviamo i fatti di strettissima attualità (ad
esempio la notizia di un terremoto, di una nevicata, di un risulato sportivo ...), notizie date in tempo reale
prima di tv e giornali, o invece inviti alle boy band, catene di Sant'Antonio, Justin Bieber o One Direction.
Ci sono persino dei gruppi su facebook che riescono a muovere migliaia di utenti e twittare tutti insieme
una determinata tendenza; ci sono utenti che gestiscono più account e possono contare su migliaia di follower nei
confronti dei quali hanno una posizione di opinion leader.
Bisognerebbe riflettere sull'utilità di far arrivare artificiosamente una tendenza in cima alla classifica. Se fosse verificata una qualche utilità, le ragazzine che tutto il giorno twittano dei loro idoli avrebbero ricambiato il follow da parte di Justin Bieber e One Direction, oppure i sortilegi dei militanti della politica da talk show sortirebbero i loro effetti. Twitter dovrebbe essere uno specchio del mondo reale fatto da gente che vive nel mondo reale. Mandare un tema tra le tendenze serve, per come funziona ora twitter, solo per l'autostima.
About me
Antonio Picco, blog on-line dal 2003.
Osservatore intransigente della società, critico dell'evoluzione digitale e del suo impatto sulle nostre vite.
Nel mio blog condivido riflessioni inedite sull'evoluzione del digitale e il suo impatto sulla società, con l'obiettivo di scardinare i diktat del pensiero stampato.
Le parole sono di tutti e le opinioni si condividono.
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