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Abbiamo il nuovo Papa ma dei Papaboys possiamo fare a meno

Da quanto tempo non sentivamo parlare dei Papaboys? Sicuramente dal funerale di Papa Giovanni Paolo II, quando in moltissimi si sono recati a San Pietro per l'ultimo saluto al Papa. Era l'8 aprile 2005 e da giorni una folla numerosa (si dice più di 3 milioni di persone) si era raccolta a Roma per rendere omaggio alla salma del Papa; tra loro, moltissimi giovani, come ci mostravano in tv. Infatti, in occasione delle Giornate Mondiali della Gioventù si erano formate organizzazioni spontanee di ragazzi per i quali i Media avevano inventato l'appellativo di Papaboys.
Benedetto XVI non ha ricevuto la stessa calda accoglienza dai Papaboys; oggi, per come Papa Francesco si presenta, in modo carismatico, si torna a parlare di Papaboys.

I Papaboys si sono nel tempo organizzati fondando una Onlus che - come si legge su Wikipedia - non ha ricevuto alcun riconoscimento ufficiale da parte della Chiesa.

papaboys-fb

Su Facebook esiste una pagina ufficiale dei Papaboys che conta 1532 like, alla data di oggi. Sulle info, si legge che l'Associazione è stata fondata il 21/03/2004 quando già da tempo i Media parlavano in modo generico di Papaboys per riferirsi ai tanti giovanissimi che Giovanni Paolo II richiamava attorno a se; l'Onlus così creata nel 2004 si è appropriata del neologismo inventato dai Media, usato talvolta anche con accezione sarcastica.

Cercando su Google Papaboys si ottengono pochi risultati, tra cui:

  1. il portale dei Papaboys, le cui pagine oggi non sono consultabili;
  2. la voce sui Papaboys di Nonciclopedia;
  3. la voce sui Papaboys su Wikipedia;
  4. la pagina ufficiale dei Papaboys su Facebook.
papaboys-google

Dopo il funerale di Giovanni Paolo II avevo dichiarato pubblicamente il mio sdegno nei confronti dei Papaboys che - orgogliosi - raccontavano di come fossero stati per ore in coda, in piedi, senza poter neanche andare in bagno, assieme a mamme con i bambini in braccio, anziani e persone in difficoltà; i Papaboys, dicevo, con le loro chitarre avevano trasformato un funerale in una sagra di paese. Potrei ripetere ancora le stesse parole, come faccio ora, perché quella partecipazione così massiccia in occasione dei funerali è stata una manifestazione di isteria collettiva che i Media - da giorni presenti a Roma attorno a San Pietro come gli avvoltoi attorno a un animale moribondo - hanno enfatizzato e moltiplicato. L'atmosfera del momento procurava nei molti presenti reazioni del tutto incontrollate, come loro stessi raccontavano; reazioni che la folla oceanica, le ore di attesa, l'enfatizzazione dei Media hanno trasformato in una fenomenologia nuova di isteria collettiva. Esempi di isteria collettiva in eventi simili nel recente passato possiamo ritrovarli nei funerali di Chavez e del caro leader nordcoreano. Il sentimento proprio, cioè, in un contesto eccezionalmente concitato diventa qualcosa di diverso che è più culto invece che fede.

Ad ogni modo, torneranno i Papaboys organizzati, pronti ad essere invitati nei vari talk show assieme alle altre organizzazioni laiche. Una domanda: come saranno accolte da Papa Francesco queste manifestazioni poco francescane? come saranno accolte queste organizzazioni che sono anche politiche, mentre la Chiesa - come ha ricordato Papa Francesco - non è politica?

Dettagli: 18/03/2013 · 2313 view

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Antonio Picco, blog on-line dal 2003.

Osservatore intransigente della società, critico dell'evoluzione digitale e del suo impatto sulle nostre vite.
Nel mio blog condivido riflessioni inedite sull'evoluzione del digitale e il suo impatto sulla società, con l'obiettivo di scardinare i diktat del pensiero stampato.
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