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L'Italia nei discorsi di due donne alla presidenza della Camera e le speranze europee da ritrovare

Alla presidenza della Camera dei Deputati sono state elette, negli anni, tre donne: Nilde Iotti, Irene Pivetti e Laura Boldrini. L'attuale presidente Boldrini è stata eletta ieri a quasi vent'anni di distanza dall'elezione di Irene Pivetti.
Irene Pivetti è stata eletta nel 1994 al quarto scrutinio, all'età di 31 anni; Laura Boldrini è stata eletta ieri, anche lei al quarto scrutinio, all'età di 51 anni.

Presidente della Camera

L'elezione di una donna alla presidenza non dovrebbe stupire o essere considerato fatto nuovo e innovativo, perché non è la prima volta che succede e - soprattutto - perché stupirsi ancora per queste cose vuol dire non aver superato il concetto di parità tra uomo e donna, oltre a lasciar trasparire l'ipocrisia di chi sembra averle concesso la vittoria quasi per cavalleria.

Nel 1994 quando Irene Pivetti pronunciava il suo discorso di insediamento, l'Italia stava attraversando il passaggio tra la prima e la seconda Repubblica, come diceva lei stessa:

La mia elezione coincide con un periodo storico particolarmente importante, decisivo anzi per il nostro paese: siamo al passaggio dalla prima alla seconda Repubblica. Si tratta quindi di un processo di rinnovamento, coincidente con una revisione legislativa di grande impegno. Dovremo affrontare insieme concreti passaggi costituzionali, ed è per questo che ancora maggiore deve essere il nostro senso di responsabilità di fronte a tutti gli italiani.

Anche nel 2013, dopo quasi vent'anni, l'Italia si trova ancora (o di nuovo) di fronte a cambiamenti importanti e a momenti difficili, a cui Laura Boldrini si riferisce in questo passaggio del suo discorso:

Il mio pensiero va a chi ha perduto certezze e speranze. Abbiamo l'obbligo di fare una battaglia vera contro la povertà e non contro i poveri. Dobbiamo garantirli uno a uno. Quest'aula dovrà ascoltare la sofferenza sociale.

Per una straordinaria coincidenza storica, il rinnovo del Parlamento avviene negli stessi giorni dell'elezione di Papa Francesco. Sia Irene Pivetti, sia Laura Boldrini nel discorso di insediamento volgono un pensiero alla Chiesa.
Irene Pivetti diceva:

Come cattolico, non posso non affidare la mia opera in questo Parlamento e, nella preghiera, la vita del Paese, alla volontà di Dio, a cui appartengono i destini di tutti gli Stati, e della storia.

Laura Boldrini, invece, riprende le parole del Papa:

Lavoriamo perché l'Europa torni ad essere un grande sogno, un luogo della libertà, della fraternità e della pace. Anche i protagonisti della vita religiosa ci spingono a fare di più; per questo, abbiamo accolto con gioia i gesti e le parole del nuovo Pontefice, venuto emblematicamente dalla fine del mondo.

Personalmente e senza esprimere un giudizio sulla persona e sulla provenienza politica dei due presidenti, vedo che per Boldrini il futuro è qualcosa che ci si augura vada meglio, ma nel suo discorso i riferimenti al passato recente sono molteplici in particolare alle stragi di mafia del 1992 e all'assassinio di Aldo Moro.
Irene Pivetti nel 1994, a meno di due anni dalla strage di Capaci, non faceva alcun riferimento a fatti passati ma il suo discorso era incentrato sul rinnovamento e sugli impegni che la Camera stava per affrontare: insomma, il discorso di Pivetti era quello che ci si aspettava dal Presidente della Camera, istituzione super partes, mentre le parole di Boldrini hanno ancora il sapore della campagna elettorale con le promesse di impegni politici in favore dei terremotati, di deboli, delle donne, delle vittime della crisi economica; mancano, però, parole di impegno istituzionale che compete alla presidenza della Camera, specialmente in un periodo come il nostro e con un Parlamento come questo.

Infine, fa impressione che nel discorso di Pivetti non si parli di Europa, perché nel 1994 l'Unione era ancora in divenire e perché all'epoca nessuno si sarebbe aspettato di sentire vent'anni più tardi da Boldrini, che ha vissuto l'evolvere della storia dell'Europa come portavoce dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, parlare di speranze europee da ritrovare.

Dettagli: 17/03/2013 · 3355 view

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Antonio Picco, blog on-line dal 2003.

Osservatore intransigente della società, critico dell'evoluzione digitale e del suo impatto sulle nostre vite.
Nel mio blog condivido riflessioni inedite sull'evoluzione del digitale e il suo impatto sulla società, con l'obiettivo di scardinare i diktat del pensiero stampato.
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