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Dove ho parlato di: boss in incognito

Boss in incognito, trasposizione moderna di Filemone e Bauci

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La prima puntata di Boss in Incognito poteva essere uno show rivoluzionario invece, secondo me, era una trasposizione moderna della storia di Filemone e Bauci.

Come racconta Ovidio nelle Metamorfosi, le divinità Zeus e Ermes si divertono a mettere alla prova i mortali, chiedendo loro ospitalità travestiti da mendicanti per testare la bontà di cuore degli uomini. A un certo punto, arrivano a casa di Filemone e Bauci, due poveracci, i quali, però, non negano nulla ai due finti mendicanti; alla fine, Zeus ed Ermes si palesano e ricompensano Filemone e Bauci.

Dettagli: 28/01/2014 · 1364 view · Commenti · Leggi tutto

La metamorfosi del Boss In Incognito, commento alla seconda puntata

È appena andata in onda la seconda puntata di Boss In Incognito su Rai2.

Come dicevo qui, già la prima puntata mi ricordava la storia di Filemone e Bauci, narrata da Ovidio nelle Metamorfosi. Per gli addetti ai lavori, poi, il conduttore Costantino della Gherardesca è addirittura il Re Mida della televisione, col richiamo - ancora una volta - alle Metamorfosi e alla storia del Re che desiderava trasformare in oro qualunque cosa toccasse.

Dettagli: 03/02/2014 · 1422 view · Commenti · Leggi tutto

Gianfranco riconosce il boss in incognito ma quello sleale è lui e non il boss, che si indigna

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Copertura saltata per il boss Paolo Penati nella terza puntata di Boss in Incognito, andata in onda il 10/02/2014: Gianfranco riconosce subito in lui uno dei dirigenti, complice il lapsus freudiano del boss al quale, invece del falso nome Antonio, scappa il vero nome, Paolo.

Dettagli: 11/02/2014 · 3171 view · Commenti · Leggi tutto

About me

Sono Antonio Picco. Ogni tanto pubblico qualcosa qui, non più tanto spesso, ma mai per caso. Lo faccio dal marzo del 2003.
Da allora, ho mantenuto lo stesso approccio al Web, nonostante gli effetti nocivi che la società ha riversato sulla Rete in modo entusiastico e incontrollato.
Scrivo soprattutto per commentare le dinamiche del Web e dei social network, i discorsi impegnati, gli spot pubblicitari e il desiderio obbligatorio di spettacolarizzazione dell'osceno che deve piacere anche a te, se già piace a tutti gli altri.