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Gli Eradius oltre i comandamenti della cultura di massa

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Il debutto degli Eradius con un album ampio ed esplorativo verso ambiti appena fuori dai comandamenti della cultura di massa.

Eradius

Richard Dylan Ponte ed Edoardo Gomiero suonano già insieme in un gruppo cover Blues/Swing da tre anni. Dal 2016, poi, sono impegnati nel nuovo progetto Eradius: in poco tempo, riescono a portare la loro musica originale in tutta Italia, accumulando 150 date una dietro l'altra.

Si ispirano ai Royal Blood, inglesi. Del resto, Richard è nato a Londra ed Edoardo a Verona. In Eradius convergono influenze ed aspettative, grandi memorie del nostro tempo e tendenze virali, ideali per cui combattere e pollici in su.

Stiamo cercando di trasmettere ciò che siamo attraverso il linguaggio a noi più congeniale, provando a divertire o quantomeno incuriosire il pubblico che ci si presenta davanti a noi. Abbiamo diverse aspettative con questo progetto, ma sempre cercando di avere i piedi ben saldi a terra.

Ora, gli Eradius presentano il loro album di debutto, autoprodotto. Il titolo è, ancora, Eradius, il cui significato resta oscuro.

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Medusa

Per il lancio dell'album, gli Eradius hanno pubblicato su YouTube il video del singolo Medusa.

Il titolo richiama la donna che nel mito era capace di pietrificare chiunque intercettasse il suo sguardo. Gli Eradius si sottraggono alla sorte della figura mitologica con un virile I don't care.

Gli sguadi che si incrociano tornano anche in Poison Eyes, il brano al numero 2 dei 12 elencati sulla track list.

In ogni canzone ritornano grandi scalate di basso, zampate di chitarre e suoni distruttivi. Si distingue, in parte, Feel un po' per l'inizio e un po' per la composizione più aperta e aderente al testo.

L'album è stato registrato e co-prodotto alla Rh Studio di Tommaso Canazza.

Dettagli: 17/03/2018 · 700 view

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Sono Antonio Picco. Ogni tanto pubblico qualcosa qui, non più tanto spesso, ma mai per caso. Lo faccio dal marzo del 2003.
Da allora, ho mantenuto lo stesso approccio al Web, nonostante gli effetti nocivi che la società ha riversato sulla Rete in modo entusiastico e incontrollato.
Scrivo soprattutto per commentare le dinamiche del Web e dei social network, i discorsi impegnati, gli spot pubblicitari e il desiderio obbligatorio di spettacolarizzazione dell'osceno che deve piacere anche a te, se già piace a tutti gli altri.