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I Balto e quella freschezza dei vent'anni in Mi piacerebbe tanto ballare
Con il nuovo singolo Mi piacerebbe tanto ballare, i Balto si spingono in profondità nei turbamenti quotidiani per poi uscirne con la freschezza dei vent'anni.
Balto
La band si forma nel 2013 quando Andrea Zanni, Manolo Liuzzi, Marco Villa e Alberto Piccioni provano a suonare insieme. Ci sono le prime esperienze live, il primo EP Brucio spento del 2015 e il singolo sognante e malinconico Spine nel fianco del 2016, usciti per Alka Record Label.
Per Spine nel fianco c'è già un mio commento dello scorso anno.
Nella musica dei Balto ci sono le normalità dei ventenni impegnati negli studi universitari e alle prese con lavori estivi, quei vent'anni che prolungano l'adolescenza fanno qualche riga di curriculum.
Ora, i Balto presentano il loro nuovo singolo Mi piacerebbe tanto ballare, che anticipa l'uscita del prossimo album È tutto normale, in programma per il prossimo novembre.
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Mi piacerebbe tanto ballare
La voglia di ballare e di lasciarsi andare è il bisogno dell'uomo colto nel momento di maggior tensione, quando gli obblighi, il ruolo sociale, il dovere e le aspettaitve divergono troppo dal momento del divertimento, semplice e distratto, che non si aspetta di compiacere tutti.
Il video è girato negli uffici rigorosi di una ditta sicuramente leader nel suo settore. I palloncini della festa sono proprio i momenti di evasione che restituiscono vivibilità a un uomo che ha messo il centro di se stesso non dentro se, ma altrove: nel lavoro, nello studio o nella ricerca del divertimento a ogni costo.
Come sappiamo, nella vita ci sono delle scelte obbligate. Ogni scelta è, però, una rinuncia a tutte le altre possibili esperienze, sacrificate in favore della via che abbiamo scelto per il corso del nostro destino. Capita che il peso della scelta sia talvolta insostenibile.
Come per Spine nel fianco, la band riconferma una profonda intromissione nel quotidiano da cui emerge con leggerezza e con la freschezza dei vent'anni.
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Sono Antonio Picco. Ogni tanto pubblico qualcosa qui, non più tanto spesso, ma mai per caso. Lo faccio dal marzo del 2003.
Da allora, ho mantenuto lo stesso approccio al Web, nonostante gli effetti nocivi che la società ha riversato sulla Rete in modo entusiastico e incontrollato.
Scrivo soprattutto per commentare le dinamiche del Web e dei social network, i discorsi impegnati, gli spot pubblicitari e il desiderio obbligatorio di spettacolarizzazione dell'osceno che deve piacere anche a te, se già piace a tutti gli altri.
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