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Le madri degli orfani in cerca di Amorrandagio
Nel nuovo album Amorrandagio, l'amore è un bisogno viscerale e la libertà è una forma di resistenza.
Le madri degli orfani
Nella formazione attuale, Le madri degli orfani sono Jim Mannez, Logan Laugeli, Dario Bertoletti e Paolo Finazzi. Fanno musica insieme dal 2009 e si sono fatti conoscere in Italia e in contesti internazionali.
Dopo l'album di successo La grande abbuffata uscito nel 2015, la band ha pubblicato nell'aprile scorso il nuovo album Amorrandagio.
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Amorrandagio
Il nuovo album Amorrandagio (Fontana Indie Label 1933) raccoglie 13 nuovi brani ed è stato presentato lo scorso aprile. Alla realizzazione dell'album ha partecipato anche Titta Colleoni, tastierista di Lucio Dalla e di Edoardo Bennato, e collaboratore di Franco Battiato.
I titoli sono di una sola parola o anche più lunghi; nei titoli ricorre l'immagine del tempo: ci sono il futuro, il tempo che finisce, maggio, il momento del Natale e il tempo del viaggio.
I testi sono impegnati e fortemente legati al personale. Sopra le linee melodiche - vagamente anni 80/90 - ci sono i dialoghi con se stessi e la considerazione di ciò che è stato. L'atmosfera è di compiaciuta rassegnazione a una deriva del reale che non desta più molta meraviglia, perché le esperienza della vita ti insegnano che i guai non si risolvono se non li risolvi tu. Non c'è più niente di certo e di sicuro, ormai, e ogni giorno sembra di stare in equilibrio precario sopra un filo di ragnatela. Tutti noi abbiamo delle aspettative e tutto intorno a noi promette qualcosa da raggiungere, eppure non si fa in tempo a raggiungere quasi niente; così, la stazione si riempie di randagi: i randagi son sotto al naso, ma qualcuno non ci fa caso.
Il primo singolo estratto dall'album è Un minuto prima della fine.
Un minuto prima della fine
Il video è stato pubblicato su YouTube lo scorso 21 aprile e ha già totalizzato oltre 12 mila visualizzazioni.
La band è ritratta in sala di registrazione e ognuno ha un telefonino con un video pronto da guardare. C'è un sapore anticato nel seguire il video che rimanda al cantautorato impegnato di qualche tempo fa. Potrà andare tutto male e il mondo finire, ma l'intenzione di Le madri degli orfani è di andar via un minuto prima della fine ed è sottolineata dall'introduzione del ritmo reggae a sostegno di una filosofia di vita particolarmente idealista e incline alla ribellione.
Le immagini di repertorio inserite nel video appartengono a un tempo in cui faceva paura la visione anti-utopica di un mondo controllato e irrigidito dall'espressione della forza del potere: le cariche della polizia, la conquista dello Spazio, le dittature, il controllo delle religioni ecc. Le madri degli orfani, allora, propongono l'immagine del gatto randagio come resistenza ad un mondo che è proprio come mai lo vorresti; l'amore ha la rappresentazione di un cuore, ritratto più come un organo interno che come il sinonimo dell'amore; i gatti passano il loro tempo sui tetti di un paesaggio lontano (forse il Marocco del titolo di una delle nuove canzoni).
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Sono Antonio Picco. Ogni tanto pubblico qualcosa qui, non più tanto spesso, ma mai per caso. Lo faccio dal marzo del 2003.
Da allora, ho mantenuto lo stesso approccio al Web, nonostante gli effetti nocivi che la società ha riversato sulla Rete in modo entusiastico e incontrollato.
Scrivo soprattutto per commentare le dinamiche del Web e dei social network, i discorsi impegnati, gli spot pubblicitari e il desiderio obbligatorio di spettacolarizzazione dell'osceno che deve piacere anche a te, se già piace a tutti gli altri.
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