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La ricerca dell'umanità genera un errore per i Me, the other and
Il titolo dell'album è un messaggio di errore e anche il nome dalla band lascia in sospeso un suo compimento.
Me, the other and
All'inizio, era un pensiero di Lorenzo; oggi, dopo due anni ci sono la band, Me, the other and - formata da Lorenzo, Chiara e Paolo - e l'album, 404 Human not found.
I tre raccontano di essersi conosciuti in Rete e dopo quell'incontro ci sono state le prime sessioni di registrazione e - infine - le dieci tracce dell'album.
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404 Human not found
Il titolo dell'album riprende il tipico messaggio di errore 404. Nell'uso comune il codice 404 traduce qualcosa che si cerca e non si trova. Per Me, the other and è l'essere umano ad essere cercato e non trovato lì dove ci si apettava che fosse.
Non vuol dire che l'essere umano non esista, ma il codice di errore 404 ci dice che lì dove lo stiamo cercando l'essere umano non c'è.
Lorenzo dichiara apertamente la sua misantropia e il suo sdegno verso la società moderna; con la società, intende chi ne fa parte e, cioè, gli esseri umani.
L'unica presenza umana nelle 10 tracce dell'album sono le due voci, di Chiara e di Paolo; tutto il resto è elettronica: toni bassi continui e penetranti, percussioni campionate e riprodotte a comando, suoni evanescenti apparentemente slegati dall'esperienza umana. I testi sono in inglese.
L'uscita dell'album è prevista per il 22 settembre. Intanto, su YouTube è stato pubblicato il video di She's got no name. Il video mostra l'esecuzione in studio della traccia al numero 2 della track-list, subito dopo una Intro.
She's got no name
Il video, pubblicato su YouTube lo scorso febbraio, ritrae Lorenzo, Chiara e Paolo in studio mentra registrano. Lorenzo è ai comandi della strumentazione elettronica, mentre Chiara e Paolo si alternano al microfono per dare la voce a un canto òrfico, ispirato e misterioso, che risuona in un'apparenza di vuoto celeste.
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Sono Antonio Picco. Ogni tanto pubblico qualcosa qui, non più tanto spesso, ma mai per caso. Lo faccio dal marzo del 2003.
Da allora, ho mantenuto lo stesso approccio al Web, nonostante gli effetti nocivi che la società ha riversato sulla Rete in modo entusiastico e incontrollato.
Scrivo soprattutto per commentare le dinamiche del Web e dei social network, i discorsi impegnati, gli spot pubblicitari e il desiderio obbligatorio di spettacolarizzazione dell'osceno che deve piacere anche a te, se già piace a tutti gli altri.
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