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I Colonnelli e la cover di Festa Mesta

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Con la cover dei Marlene Kunts, i Colonnelli aprono un capitolo su un periodo storico di cui è giunto il momento di parlare.

I Colonnelli

Il più alto in grado è Leonardo Colonnelli (voce e chitarra) e dal suo cognome prende il nome la band. Dagli inizi nel 2012 la band ha cambiato più volte la formazione, ma Leonardo Colonnelli è sempre rimasto al suo posto. Da qui il nome dei Colonnelli.

Dal 2014, accanto a Colonnelli ci sono Bernardo Grillo (batteria) e Andrea Deckard (basso e cori).

A Grosseto e dintorni, in molti hanno conosciuto i Colonnelli godendone le esibizioni live.

Firmano con la casa discografica Resisto Distribuzione di Ferrara e producono i due singoli Masticacuore e Combustione interna, piazzandosi molto bene nelle classifiche dei brani più trasmessi del M.E.I Indie Music Like.

I Colonnelli stanno preparando l'uscita del nuovo album Come dio Comanda - Canzoni di Sangue ad Alti Ottani, in programma per il prossimo autunno. Per ora, il singolo Festa Mesta anticipa l'uscita dell'album. La canzone è una cover dei Marlene Kuntz.

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Festa Mesta

Il video è stato pubblicato lo scorso 22 luglio e ha già quasi 1000 visualizzazioni. La canzone è una cover, quindi non sono i Colonnelli che eseguono Festa Mesta dei Marlene Kuntz.

È la riedizione del brano. Non ha senso fare confronti, secondo me.

Il brano ha la propria personalità e alcune trovate compositive di rottura per quel periodo, negli anni Novanta, quando in tanti impazzivano per la musica dance e le band (inglesi o americane). All'euforia collettiva dei giovani frizzanti e perbene, autorizzati a fare tardi e a spendere soldi per essere felici, si contrapponeva una colpevole disattesa agli imperativi morali e sociali della propaganda della pace universale, generazionale e mondiale.

Un po' si è perso lo spirito del tempo ed è normale. I Colonnelli ne fanno una cover precisa e studiata nei suoni e nelle atmosfere; la batteria restituisce dettagli esaltanti però forse meno autentici della versione originale. Ma avevo detto di non fare raffronti.

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La copertina del singolo Festa mesta credo che ritragga - metaforicamente - quello spirito degli anni Novanta che raccontavo prima. La foto non è degli anni Novanta, è chiaro. Le ragazze sono tutte Miss e sono tutte in posa, tranne una che giace al suolo priva di sensi. Anche la foto è priva di senso e non ci spieghiamo perché nessuno si dia da fare e aiuti la povera Miss. Anche negli anni Novanta, nessuno era preparato ad affrontare momenti di rottura all'allegria programmata.

Insomma, degli anni Novanta si può parlare ma senza dover rivivere quei tempi.

Dettagli: 27/07/2017 · 787 view

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Sono Antonio Picco. Ogni tanto pubblico qualcosa qui, non più tanto spesso, ma mai per caso. Lo faccio dal marzo del 2003.
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