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L'album d'esordio di Il Diluvio nel mito della rinascita dell'umanità

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Ho ascoltato in anteprima l'album d'esordio di Il Diluvio: un concept album autoprodotto dai suoni puliti e articolati. La metrica è curata e i testi sono attuali.

Il Diluvio

Il Diluvio sono Omar Khrisat (chitarra acustica), Simone Bettinzoli (chitarra elettrica/voce), Alessandro Serioli (tastiera/voce) e Piero Bassini (batteria), ma sono soprattutto le loro tante esperienze musicali.

Col nome Il Diluvio, la band lavora al suo primo album autoprodotto, con cinque brani inediti. L'album è stato registrato negli ultimi mesi del 2016 negli studi di IndieBox Music Hall da Giovanni Bottoglia.

Dopo la presentazione dal vivo al Lio Bar di Brescia dello scorso 10 gennaio, il cd esce il 27 gennaio.

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Il Diluvio, l'album

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I cinque brani dell'album sono le tesi che Il Diluvio è pronto a discutere e a sostenere nel dibattito pubblico sulla modernità. Per esempio, il motto stay hungry, stay foolish di Steve Jobs traduce in poche parole un'immagine dell'uomo moderno molto distante dal suo stato di natura: l'uomo ha la necessità di placare la sua fame e di soddisfare i suoi bisogni (primari) come mangiare, dormire, proteggersi dal freddo ecc; inoltre, lo stare insieme in una società di persone impone il rispetto di alcune (poche) regole fondamentali che è facile trasgredire se si è folli, se si scompone l'ordine e la società si disgrega. A quest'uomo moderno affamato e folle, Il Diluvio sembra preferire un uomo più vicino al suo stato di natura.

Il primo brano Apollo 1, che è introdotto da un brano zero strumentale, racconta - infatti - della missione spaziale omonima del 1967 in cui morivano tutti i membri dell'equipaggio mentre si addestravano per essere lanciati in orbita attorno alla Terra. Il brano contiene anche una citazione dell'audio registrato nella cabina della navicella spaziale nel momento in cui un incendio a bordo distruggeva le vite degli astronauti e il sogno della conquista dello Spazio.

La metrica curata di Rain pone gli accenti giusti su parole come fears, troubles e mistakes. Le paure e gli errori diventano una condanna per l'uomo quando la delusione diventa sconfitta. La delusione può essere un caso della vita, ma la sconfitta è la fine della vita. La pioggia lava via le macchie nere e dopo si è pronti a ricominciare a vivere.

Non ci sono macchie nere nelle foto modificate con Photoshop, nelle frasi ad effetto e nelle vite raccontate come in un film di Hollywood sui social network. Umani tanto indaffarati a far vivere il Tamagotchi di loro stessi. In Facebroke, il Diluvio parla proprio del disorientamento sociale causato dall'inseguimento dei consensi degli altri che rende ciechi anche alla distinzione tra ciò che è vero è ciò che è falso. La ragione è il consenso.

Come nel racconto biblico, sarà un diluvio (universale) a cambiare le cose. Così si conclude l'album con Lullaby.

I suoni sono puliti e articolati; per certi versi ricordano i Pink Floyd. La voce è adeguata e sebbene l'album sia fortemente critico ed apocalittico nei confronti della società, Il Diluvio non cade nella facile teatralità dei profeti catastrofisti. Il Diluvio è un concept album radicato nella cultura moderna che mantiene le finalità artistiche della musica, senza rincorrere il facile ideale della pace nel mondo.

Il Diluvio su iTunes.

Dettagli: 22/01/2017 · 740 view

About me

Antonio Picco, blog on-line dal 2003.

Osservatore intransigente della società, critico dell'evoluzione digitale e del suo impatto sulle nostre vite.
Nel mio blog condivido riflessioni inedite sull'evoluzione del digitale e il suo impatto sulla società, con l'obiettivo di scardinare i diktat del pensiero stampato.
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