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Black Flowers di Neil e l'ispirazioni ai Fiori del Male di Baudelaire

L'album in uscita a dicembre contiene 11 nuovi brani dove la chitarra emerge sui toni scuri e caldi. I brani sono ispirati ai Fiori del Male di Baudelaire.
Neil
Non è facile raccontare la storia di
Non è sempre stato così. Infatti, prima dell'incontro di Neil con i ragazzi, la sua attività era da solista e con l'etichetta Garage Records aveva inciso Apart nel 2013. Prima ancora, Neil era il front man degli Hope Leaves, dal 2006 al 2012, quando la band si scioglie dopo la pubblicazione di Till the rainbow starts to shine, l'album di debutto.
Il nuovo lavoro di Neil è Black Flowers. L'album raccoglie 11 nuovi brani ed è prodotto in Sicilia da Paolo Messere (front man dei Blessed Child Opera); l'uscita è prevista per il prossimo 13 dicembre per Seahorse.
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Black Flowers

Negli 11 brani del nuovo album prevalgono i toni scuri e caldi; nei testi, le vocali sono allungate per marcare gli accenti e le rime. La chitarra impreziosisce l'esecuzione delle melodie ed emerge sui toni scuri.
Secondo le intenzioni dell'autore, i brani sono ispirati dai Fiori del Male di Baudelaire. Due brani hanno per titolo Spleen.
Credo sia importante riconoscere che cosa l'ispirazione a Baudelaire voglia dire oggi. La malinconia del non trovare una corrispondenza del proprio Io nel mondo reale, per l'appiattimento della realtà o per l'esaurimento di stimoli che la natura può regalarci, genera momenti di riflessione e di intimità.
Nelle relazioni di tutti i giorni siamo abituati a non trovare più delle corrispondenze tra noi e gli altri, perché gli altri si esprimono già con tormentoni, meme, immagini e frasi svuotate da emozioni e rivestite da simboli di appartenenza a gruppi sociali il più ampi possibile. Sentirsi accettati senza essere emarginati è un bisogno esistenziale: per soddisfare quel bisogno mentale si usano e si diffondono comportamenti già con un loro pacchetto di consensi. Così, non c'è più la scoperta della corrispondenza di tratti del proprio Io nell'altro perché l'altro ha l'immagine del gruppo dove tutti sono uguali, dove tutti sono ugualmente eroi perché replicano gli stessi tratti dell'eroe che guida il gruppo.
Anche se in un contesto totalmente diverso da quello di Baudelaire, lo spleen di oggi è causato dall'inadeguatezza rispetto alla società frustrata dall'incapacità di diventare un eroe per le proprie qualità nei confini del solo proprio mondo e non dell'intero mondo (world wide).
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Antonio Picco, blog on-line dal 2003.
Osservatore intransigente della società, critico dell'evoluzione digitale e del suo impatto sulle nostre vite.
Nel mio blog condivido riflessioni inedite sull'evoluzione del digitale e il suo impatto sulla società, con l'obiettivo di scardinare i diktat del pensiero stampato.
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