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I Lateral Blast e la voglia di volare nonostante tutto
I Lateral Blast e la storia di una vita incatenata in prigioni di oblio nel singolo Io voglio volare, estratto dall'album La luna nel pozzo in uscita a maggio.
Lateral Balst
I Lateral Blast si esibiscono live abitualmente nei dintorni di Roma. La band nasce nel 2011 ed è impegnata in diversi contesti della scena artistica romana, arrivando a vincere prestigiosi riconoscimenti come il premio della critica nell'edizione del 2013 e nel 2014 di Play Music Stop Violence (il contest musicale su temi di pace e di rispetto per la vita dedicato a giovani musicisti) in collaborazione con il rapper Metrica.
Lavorando in studio di registrazione, i Lateral Blast realizzano l'album La luna nel pozzo, la cui uscita è prevista per metà maggio distribuito e promosso da (R)esisto Distribuzione.
I Lateral Blast sono Leonardo Angelucci (voce, chitarra elettrica), Rosa Zumpano (voce, flauto traverso), Antonello D'Angeli (Voce, chitarra acustica), Matteo Troiani (basso), Tommaso Guerrieri (batteria, percussioni) e Alessandro Ippoliti (tastiere, keytar).
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Io voglio volare
Il primo singolo estratto dall'album La luna nel pozzo è Io voglio volare. Il brano tocca temi sociali sempre attuali e parla dell'infanzia negata di un bambino che trova nella fantasia un rifugio nel quale, però, non riesce a trovare pace a causa degli aspetti peggiori dell'umanità: l'insensibilità e la totale mancanza di valori morali.
Nel video la storia è narrata come un flashback e fa sentire tutta la nostalgia di un qualcosa che manca e che, ormai, non si è più nemmeno capaci di cercare.
Nel testo si legge tutta l'energia di chi non smette di vivere nonostante non abbia ancora mai avuto una vita vera e piena. Non è facile liberarsi e imparare a volare; ogni volta c'è un'ombra pronta a gettare l'anima in un mare di se. Questa immagine spiega bene il perché, nelle storie di cronaca che raccontano di abusi, le vittime non si decidano a dire basta e ad allontanarsi dal carnefice, ma rimangano anche per anni ed anni a subire le violenze: il mare di se e le prigioni di oblio.
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Sono Antonio Picco. Ogni tanto pubblico qualcosa qui, non più tanto spesso, ma mai per caso. Lo faccio dal marzo del 2003.
Da allora, ho mantenuto lo stesso approccio al Web, nonostante gli effetti nocivi che la società ha riversato sulla Rete in modo entusiastico e incontrollato.
Scrivo soprattutto per commentare le dinamiche del Web e dei social network, i discorsi impegnati, gli spot pubblicitari e il desiderio obbligatorio di spettacolarizzazione dell'osceno che deve piacere anche a te, se già piace a tutti gli altri.
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