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Visions, il concept album dei Wicked Expectation

Composto sul tema del rapporto tra l'uomo e la natura, Visions è un album intellettuale e ben radicato nel pensiero artistico da cui trae ispirazione.
Wicked Expectation
Da quattro anni i Wicked Expectation si esibiscono live su molti palchi della scena torinese e non solo. Era il 2012 quando la prima formazione della band prendeva corpo e suonava nei primi live. Un primo demo nel 2013 con sonorità brit-rock.
Nel 2015 c'è un cambio nella line-up della band e comincia la sperimentazione verso sonorità elettroniche.
Così, lo scorso 26 settembre esce Visions, l'album d'esordio dei Wicked Expectation, per l'etichetta La Saletta Dischi. Dell'album viene estratto un primo singolo, Night, ma è il brano Leaves in Autumn a condensare il tema dell'album, cioè il rapporto tra l'uomo e la natura.
Visions

Visions è un concept album, composto sul tema del rapporto tra l'uomo e la natura. La critica alla società industriale è contro l'uso assolutamente squilibrato delle risorse del pianeta. Lo sappiamo: siccome ciascuno di noi è tenuto a cedere parte della propria felicità in favore del Sistema, nessuno di noi sarà mai pienamente felice in questo Sistema.
Dall'ascolto degli 8 brani di Visions, sembra di percepire un'atmosfera glaciale e una distaccata malinconia, quella di chi si è allontanato per estraniarsi da un mondo che non è più in pace con se stesso.
Visions è un album intellettuale e ben radicato nel pensiero artistico da cui trae ispirazione.
La copertina dell'album sembra citare il prisma ottico di "The Dark Side of the Moon" dei Pink Floyd.
Leaves in Autumn
Il videoclip realizzato per il brano Leaves in Autumn è un omaggio al documentario "Koyaanisqatsi" di Godfrey Reggio, del 1982. Il tema del rapporto non equilibrato tra uomo e natura nel videoclip si declina nella citazione della vita in tumulto del documentario.
I suoni elettronici riproducono anche un battito, come in "The Dark Side of the Moon" dei Pink Floyd, però il cuore dei Wicked Expectation in Leaves in Autumn sembra attaccato a una macchina e non ad un essere umano. Siamo circondati dalla plastica e da una realtà posticcia.
Chiude il brano la nostalgia del fruscio della testina del giradischi su un vinile.
Take off
In Take off la voce rielaborata rimbomba in uno spazio immaginario dove si levano energiche sequenze elettroniche. La libertà e la paura di perdere se stessi, il credere e il conoscersi, mentre la musica si fa potenza e aspetta l'input dell'ascoltatore, come in una schermata di un Commodore 64.
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Antonio Picco, blog on-line dal 2003.
Osservatore intransigente della società, critico dell'evoluzione digitale e del suo impatto sulle nostre vite.
Nel mio blog condivido riflessioni inedite sull'evoluzione del digitale e il suo impatto sulla società, con l'obiettivo di scardinare i diktat del pensiero stampato.
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