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La Sindrome di Kessler e i pensieri insulsi che muovono l'immaginazione

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L'immaginazione non è l'immagine della realtà ed è il significato che diamo alla realtà a tradurre la materia in poesia e alterazione dell'anima.

La sindrome di Kessler

La band La Sindrome di Kessler è composta dalla voce di Antonio Buomprisco, Canio Giordano (chitarra/voce/effetti), Roberto Cola (basso) e Luca Mucciolo (batteria).
La band sta lavorando al prossimo singolo, estratto dall'album autoprodotto e dal titolo La Sindroma di Kessler, per non sbagliarsi.

Come si legge su facebook.com/LaSindromeDiKessler, La Sindrome di Kessler è una band che concilia il cuore pulsante di un indie rock grezzo, con una sperimentazione mai fine a se stessa.

L'album contiene dieci brani di rock italiano, con l'impatto sincero della musica suonata dal vivo come in studio e in studio come dal vivo.

In attesa

I suoni distorti e a tratti chiassosi della chitarra - in stile grunge - spingono in avanti, mentre la voce volutamente sofferta e scura va verso un suono senza limiti.

Il video di In attesa è il primo estratto dall'album ed è uscito lo scorso anno.

Direzioni

I pensieri insulsi muovono l'immaginazione nel brano al numero 4 dell'album, un brano che si carica del suono caldo del violoncello e che sviluppa il tema musicale di una malinconia con cui si è imparato a convivere.

Fanfarlo

Il primo brano dell'album ha lo stesso nome dell'opera di Baudelaire "La Fanfarlo" e, forse, anche per La Sindrome di Kessler la donna è l'adolescente immagine di cruda realtà quando perde la luce di cui brillava:

quando riuscirai a capire quello che ora sei sarà tragico

I versi della canzone sono cantati con una cadenza che ricorda l'andamento dei versi nei poemi epici.

La copertina dell'album

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Ascolta l'album in streaming su Spotify.

Dettagli: 29/01/2016 · 1030 view

About me

Sono Antonio Picco. Ogni tanto pubblico qualcosa qui, non più tanto spesso, ma mai per caso. Lo faccio dal marzo del 2003.
Da allora, ho mantenuto lo stesso approccio al Web, nonostante gli effetti nocivi che la società ha riversato sulla Rete in modo entusiastico e incontrollato.
Scrivo soprattutto per commentare le dinamiche del Web e dei social network, i discorsi impegnati, gli spot pubblicitari e il desiderio obbligatorio di spettacolarizzazione dell'osceno che deve piacere anche a te, se già piace a tutti gli altri.