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I versi li scrive la vita in McMAO dei Management del Dolore Post - Operatorio
Non ci sarebbero canzoni senza il tempo e la memoria; anzi, senza il tempo e la memoria ci sarebbero veramente
poche cose in questo mondo e, forse, nemmeno il mondo.
A cosa serve una canzone se non a far vibrare l'aria?
È una trasmissione telepatica di memoria e cambia forma al modo naturale dell'essere.
Un tema ricorrente nelle 11 nuove canzoni contenute in McMAO dei Management del Dolore Post - Operatorio è la noia per le cose banali: il Sole, sempre uguale, sempre così banale; ma anche voler essere immortale è una cosa banale. Il sereto è:
devi vivere ogni giorno come fosse il primo
con la curiosità di un bambino
con l'ingenuità di un bambino
con la crudeltà di un bambino
con la felicità di un bambino.
Il tempo e la memoria sono dentro di noi e il cuore con il tempo ha fatto un contratto: lui deve dimenticare sennò diventa matto. Anche la bellezza cos'è senza il tempo e cos'è il tempo quando finisce ma, nonostante finisca, non si fermano gli orologi?
Che senso hanno le cose belle
se tu non ci sei più?
Mi fanno schifo le cose belle
se tu non le puoi vedere più.
La memoria non è solo un'impronta individuale ma anche un fatto collettivo; è la memoria a dirci che i film americani sono tutti uguali. Basta uscire di casa - dico io - per bagnarsi di cose fra loro uguali, ma essere come una goccia di olio nell'acqua non è conveniente: te ne rendi conto ed è come quando ti svegli col tuo stesso russare.
Ascoltate Il cantico delle fotografie. Questa mi porta in un bar di una stazione ferroviaria, di quelli con le sedie e i tavoli in legno, col sole delle due del pomeriggio e nessuno intorno, a guardare il tabellone dei gelati.
Nella foto in alto, il CD e la grafica con le opere di Giuseppe Veneziano, le cui opere avevo già visto alla Biennale di Venezia del 2011. A dare il titolo all'album è l'omonima opera di Giuseppe Veneziano.
About me
Sono Antonio Picco. Ogni tanto pubblico qualcosa qui, non più tanto spesso, ma mai per caso. Lo faccio dal marzo del 2003.
Da allora, ho mantenuto lo stesso approccio al Web, nonostante gli effetti nocivi che la società ha riversato sulla Rete in modo entusiastico e incontrollato.
Scrivo soprattutto per commentare le dinamiche del Web e dei social network, i discorsi impegnati, gli spot pubblicitari e il desiderio obbligatorio di spettacolarizzazione dell'osceno che deve piacere anche a te, se già piace a tutti gli altri.
Parlo spesso di:
Amazon, Apple, Banksy, Call Center, Che tempo che fa, Chernobyl, Chiesa, Clickbait, Clima, Covid, Democrazia, Derrick, Eccellenze, Europa, Expo, Facebook, Fake news, Friuli, Giornate mondiali, Google, Green pass, Instagram, Italia, Libri, Meme, Meteo, Negazionista, Nostradamus, Pandemia, Papa, Philippe Daverio, Popolo del web, Populista, Privacy, Pubblicità, Quora, Rai, Schwa, Selfie, Social network, Spam, Steve Jobs, Superquark, Tempo, Tv, Twitstar, Twitter, Vodafone, WhatsApp, Wikipedia, Wind.