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Ho ascoltato «Ama&Sorridi» il nuovo album di Arteiu

«Ama&Sorridi» è il nuovo album di Arteiu e mette di buon umore: nei testi, parole come ridi, sorridi, sorriso si ripetono circa 35 volte mentre positività e positivo contano una decina di presenze. Il buon umore non è quello candido del Piccolo Coro dell'Antoniano ma è il sole che prevale sulla nebbia, è il tirarsi su dopo le delusioni che non uccidono. Molti rapper, dice Arteiu, schifano l'amore; invece, la positività delle canzoni di Arteiu suona quasi come il «penso positivo perché son vivo» di Jovanotti (1993) e l'imperativo sorridi fa l'eco a «Gioca Jouer» di Claudio Cecchetto (1981).
L'album è fresco come un Calippo alla Coca-Cola e le parole dalle vocali larghe mi riportano allo stile italiano del quasi rap un po' pop degli anni Ottanta-Novanta, quando era rap «Ciao Mamma» di Jovanotti e i Righeira facevano un cantato parlato col buon umore anche sul nostalgico finire dell'estate.
Il flow funziona bene nei ritornelli e all'inizio delle canzoni; poi, tende a continuare con un andamento più parlato che rappato, come ad esempio in «69» nel passaggio dalla prima alla seconda strofa. Le strumentali non fanno ciondolare la testa a tempo. Le rime in genere filano e la scelte delle parole che devono fare rima è mirata: Arteiu sorprende quando fa rimare relax con ananas, altre volte è più sbrigativo come in «prendiamo il treno della positività e salutiamo tutta quanta la città».
Funzionano bene «Ti Amo [feat Flake]» e «Goditi la vita», dai suoni disco house. Vi propongo il video:
Il canale youtube di Arteiu: youtube.com/Arteiu1 dove potete ascoltare le tracce di «Ama&Sorridi»; la pagina su facebook: facebook.com/pages/Arteiu-Pagina-Ufficiale.
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Antonio Picco, blog on-line dal 2003.
Osservatore intransigente della società, critico dell'evoluzione digitale e del suo impatto sulle nostre vite.
Nel mio blog condivido riflessioni inedite sull'evoluzione del digitale e il suo impatto sulla società, con l'obiettivo di scardinare i diktat del pensiero stampato.
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